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Il ruolo femminile nella criminalità organizzata emerge come centrale e attivo, con donne che partecipano a riciclaggio, estorsione e gestione finanziaria. Questa evoluzione sfida gli stereotipi tradizionali e mostra l'influenza femminile nelle strutture mafiose, con casi come quello di Giusy Vitale che evidenziano il cambiamento nella percezione e nel trattamento giuridico di questo fenomeno.
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Le donne sono state spesso considerate solo come complici o con ruoli periferici nella criminalità organizzata
Recenti ricerche hanno dimostrato che le donne svolgono ruoli attivi e cruciali all'interno delle organizzazioni mafiose
Le donne, in particolare le "matri di famigghia", sono fondamentali nella trasmissione dei valori mafiosi attraverso l'educazione dei figli e la promozione di una cultura dell'onore, della vergogna e della vendetta
La cultura mafiosa ha creato una netta divisione tra le donne che aderiscono ai ruoli tradizionali e quelle che si discostano da essi, diventando un meccanismo di sopravvivenza in un contesto patriarcale
Per sentirsi valorizzate come madri, le donne sono spesso costrette ad accettare una devalorizzazione se non si conformano ai ruoli tradizionali imposti dalla cultura mafiosa
Nonostante l'immagine tradizionale di donne subalterne, alcune organizzazioni mafiose hanno visto donne assumere ruoli di rilievo e di comando, dimostrando la loro capacità di influenzare e dirigere le attività criminali
Con l'evoluzione delle organizzazioni mafiose verso strutture più "imprenditoriali", il ruolo delle donne è diventato sempre più centrale, partecipando attivamente a operazioni di riciclaggio di denaro, estorsione e gestione finanziaria
In alcune organizzazioni, come la "Sacra Corona Unita" e la 'ndrangheta, le donne hanno raggiunto posizioni di rilievo, assumendo talvolta ruoli di comando, contraddicendo l'immagine tradizionale di donne subalterne
La giurisprudenza ha iniziato a riconoscere il ruolo attivo delle donne nella criminalità organizzata, come dimostrato dal caso di Giusy Vitale, che ha assunto un ruolo di comando in "Cosa Nostra" e ha collaborato con le autorità giudiziarie