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Giosuè Carducci, poeta italiano e primo vincitore del Nobel per la letteratura, si distinse per il suo classicismo e l'impegno civile. Attraverso le fasi della sua vita, dalle origini toscane, l'adesione al classicismo, l'anticlericalismo, fino alla maturità artistica e l'uso della metrica barbara, Carducci ha lasciato un'impronta indelebile nella letteratura italiana, affrontando tematiche storiche, paesaggistiche e autobiografiche.
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Giosuè Carducci nasce a Valdicastello nel 1835 e trascorre la sua infanzia tra Bolgheri e Castagneto Carducci, luoghi che influenzeranno la sua poesia
Dopo aver completato gli studi ginnasiali, Carducci si laurea in lettere alla Scuola Normale Superiore di Pisa
Durante gli anni universitari, Carducci abbraccia con fervore il classicismo e fonda la Società degli Amici pedanti per promuoverne i valori insieme ad altri intellettuali
Nel 1860, Carducci si trasferisce a Bologna dove diventa professore all'Università e si dichiara repubblicano, anticlericale e favorevole al Risorgimento di ispirazione mazziniana
A causa delle sue posizioni radicali, Carducci viene sospeso dall'insegnamento per due mesi e pubblica opere come "Inno a Satana" che esprimono il suo forte anticlericalismo e la sua opposizione alla monarchia e alla corruzione politica
Nel 1868, Carducci pubblica "Levia Gravia", una raccolta di poesie di argomento storico-politico e di impegno civile
Tra il 1872 e il 1889, Carducci attraversa la fase della maturità artistica caratterizzata da un allontanamento dalle idee radicali e un avvicinamento agli ideali monarchici
Durante questo periodo, Carducci si dedica a temi più intimi e autobiografici, come l'amore per la moglie e la morte del figlio, oltre a temi storici e paesaggistici
Carducci inizia a utilizzare la metrica barbara, cercando di adattare la metrica latina e greca al verso italiano, nelle sue raccolte "Primavere elleniche", "Nuove poesie", "Odi Barbare" e "Rime nuove"
Nel 1890, Carducci entra nella fase di completa affermazione come poeta-vate, assumendo il ruolo di poeta ufficiale dell'Italia umbertina
Carducci viene nominato senatore del Regno e riceve numerosi riconoscimenti, tra cui il Nobel per la letteratura nel 1906, diventando il primo italiano a ricevere tale onorificenza
La sua ultima raccolta, "Rime e ritmi" del 1899, include poesie sia con metrica italiana sia con metrica barbara e affronta tematiche come l'amore per la patria e la riflessione sulla morte