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L'ascesa di Stalin e il suo regime totalitario

L'ascesa di Stalin al potere e la sua teoria del 'Socialismo in un solo paese' hanno segnato la storia dell'URSS. La sua politica economica, dalla NEP alla collettivizzazione e l'industrializzazione forzata, insieme alla repressione del dissenso e alle Grandi Purghe, hanno definito un'era di totalitarismo e trasformato radicalmente la società sovietica.

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1

Dopo la scomparsa di ______ nel 1924, si scatenò una lotta interna al Partito Comunista dell'Unione Sovietica.

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Lenin

2

Lev Trockij era un sostenitore della '______ ______', che mirava a diffondere la rivoluzione comunista globalmente.

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rivoluzione permanente

3

Iosif Stalin, dopo aver preso il potere, promosse la teoria del '______ in un solo ______', che divenne la direttiva ufficiale del partito.

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socialismo paese

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Nascita e origini di Stalin

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Nato il 18/12/1878 a Gori, Georgia. Figlio di calzolaio e lavandaia.

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Educazione di Stalin

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Formazione religiosa al seminario di Tiflis, poi attratto dal marxismo.

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Propaganda di Stalin

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Si dipingeva come leader popolare e legittimo successore di Lenin.

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La ______ fu avviata da Lenin nel ______ per aiutare la ripresa economica dell'Unione Sovietica dopo il periodo del comunismo di guerra.

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Nuova Politica Economica (NEP) 1921

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Con l'avvento al potere di ______, la NEP venne sostituita dalla collettivizzazione forzata a partire dal ______.

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Stalin 1928

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Nonostante la ______ e la resistenza, la collettivizzazione fu imposta con la forza, rafforzando il controllo statale sull'economia.

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grave carestia

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Holodomor

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Carestia in Ucraina (1932-33) causata da politiche staliniane, milioni di morti.

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Gareth Jones

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Giornalista gallese che espose l'Holodomor al mondo nonostante i tentativi di occultamento.

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Piani quinquennali

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Programmi di Stalin per l'industrializzazione dell'URSS, trasformazione in potenza industriale.

13

Durante le ______ degli anni '30, centinaia di migliaia di persone furono arrestate o uccise sotto il regime stalinista.

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Grandi Purghe

14

I ______ erano campi di lavoro forzato nell'URSS che simboleggiavano la brutalità del regime di Stalin.

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Gulag

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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L'ascesa di Stalin e la teoria del "socialismo in un solo paese"

Dopo la morte di Lenin nel 1924, il Partito Comunista dell'Unione Sovietica fu scosso da una lotta per il potere che vide emergere figure come Trockij, Zinov'ev, Kamenev e Stalin. Lev Trockij, in particolare, promuoveva l'idea della rivoluzione permanente, che prevedeva l'estensione della rivoluzione comunista a livello internazionale. Al contrario, Iosif Stalin, che acquisì progressivamente il controllo del partito, formulò la teoria del "socialismo in un solo paese", sostenendo che l'URSS dovesse prima consolidare il socialismo al suo interno prima di promuoverlo altrove. Questa teoria divenne la linea ufficiale del partito e fu utilizzata da Stalin per giustificare la sua politica interna di industrializzazione e collettivizzazione. Trockij fu espulso dal partito nel 1927 e, dopo un esilio forzato, fu assassinato nel 1940 su ordine di Stalin.
Statua in bronzo di figura militare con divisa, mantello e oggetto in mano, su piedistallo in pietra, circondata da alberi sfocati.

La vita e il carattere di Stalin

Iosif Vissarionovič Stalin, nato Iosif Vissarionovič Džugašvili il 18 dicembre 1878 a Gori, in Georgia, era figlio di un calzolaio e di una lavandaia. Cresciuto in un ambiente di povertà, ricevette un'educazione religiosa presso il seminario di Tiflis, ma si avvicinò al marxismo durante gli anni di studio. Stalin si distinse per la sua determinazione e per la sua capacità di manovra politica, che gli permisero di scalare i ranghi del partito. Nonostante le critiche sulla sua presunta rozzezza e mancanza di sofisticatezza intellettuale, Stalin consolidò il suo potere attraverso una combinazione di astuzia politica, spietatezza e un'efficace propaganda che lo dipingeva come un leader vicino al popolo e fedele erede di Lenin.

La politica economica di Stalin: dalla NEP alla collettivizzazione

La Nuova Politica Economica (NEP) fu introdotta da Lenin nel 1921 per risollevare l'economia sovietica dopo gli anni del comunismo di guerra. Questa politica permise una limitata reintroduzione del mercato e della proprietà privata nell'agricoltura. Tuttavia, con l'ascesa di Stalin, la NEP fu gradualmente abbandonata in favore di una politica di collettivizzazione forzata, iniziata nel 1928. Questa politica mirava a trasformare l'agricoltura tradizionale in grandi fattorie collettive (kolkhoz) e fattorie statali (sovkhoz), eliminando la classe dei kulaki, i contadini più abbienti. La collettivizzazione fu accompagnata da una forte resistenza e da una grave carestia, ma fu imposta con la forza, contribuendo alla consolidazione del controllo statale sull'economia.

L'Holodomor e l'industrializzazione forzata dell'URSS

Uno degli episodi più tragici della collettivizzazione fu l'Holodomor, una carestia provocata dalle politiche di Stalin che colpì principalmente l'Ucraina tra il 1932 e il 1933, causando la morte di milioni di persone. Nonostante il tentativo di nascondere la catastrofe, il giornalista gallese Gareth Jones riuscì a denunciarla al mondo. Contemporaneamente, Stalin avviò una massiccia campagna di industrializzazione attraverso i piani quinquennali, che trasformarono l'URSS in una potenza industriale. Questo processo fu realizzato a scapito dei lavoratori, che subirono bassi salari, lunghe ore di lavoro e condizioni di vita precarie.

Il totalitarismo stalinista e la repressione del dissenso

Il regime di Stalin è spesso citato come archetipo del totalitarismo, un sistema politico in cui lo stato regola quasi ogni aspetto della vita pubblica e privata. Il governo stalinista si basava su un'ideologia di stato onnipresente, un partito unico, la polizia segreta, la censura e un sistema di propaganda che promuoveva il culto della personalità di Stalin. La repressione politica raggiunse il suo apice durante le Grandi Purghe degli anni '30, quando centinaia di migliaia di persone furono arrestate, deportate o giustiziate. I Gulag, vasti campi di lavoro forzato situati in luoghi remoti dell'URSS, divennero simboli della brutalità del regime, dove i prigionieri politici, i criminali comuni e i cosiddetti "nemici del popolo" furono sottoposti a lavori estenuanti, spesso morendo a causa delle terribili condizioni di vita.