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La rinascita delle tradizioni polinesiane e l'archeologia in Nuova Caledonia giocano un ruolo cruciale nella costruzione dell'identità culturale. Pratiche ancestrali come il tatuaggio, la danza e la marcia sul fuoco, eseguite da esperti come Graffe e Tavana, si fondono con la contemporaneità. I petroglifi, testimoni silenziosi della storia Kanak, vengono riscoperti e valorizzati, contribuendo a una narrazione condivisa e inclusiva dell'arcipelago.
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Le pratiche culturali ancestrali come il tatuaggio, la danza e la marcia sul fuoco stanno vivendo una rinascita nella Polinesia francese, reinterpretate in chiave contemporanea ma mantenendo un legame con la cultura ma'ohi
Esperti culturali come Graffe, Tavana e Walker stanno contribuendo alla rinascita delle tradizioni polinesiane, sostenendo che l'aspetto spettacolare e folcloristico è intrinseco alla cultura polinesiana
Le performance di Graffe, Salmon e altri esperti culturali possono essere considerate espressioni legittime della storia e della tradizione polinesiana, radicate nella cultura ma'ohi e nella tradizione degli arioi
Nonostante la storia di resistenza e affermazione dell'identità autoctona del popolo Kanak, i petroglifi sono stati dimenticati e non sono stati preservati nella tradizione orale Kanak
Durante il periodo coloniale, l'archeologia è stata strumentalizzata e ha contribuito al processo di dimenticanza dei petroglifi, interpretandoli attraverso teorie razziste
Nonostante il loro oblio, i petroglifi costituiscono una delle poche testimonianze materiali sopravvissute all'epoca coloniale, rappresentando un importante patrimonio culturale della Nuova Caledonia
La storia della Nuova Caledonia ha radici che risalgono a oltre 3000 anni fa, con evidenze rinvenute nelle vestigia materiali piuttosto che nei documenti scritti o nella tradizione orale
L'interesse del governo francese per il passato dell'isola è stato trascurato fino alla fine del XIX secolo, quando iniziarono i primi studi per costruire una cronologia della preistoria caledone
Durante le spinte indipendentiste degli anni '70 e '80, l'archeologia è stata percepita come una minaccia al potere locale, portando a un oblio volontario di parte della tradizione orale e a interpretazioni razziste dei petroglifi
Durante il soggiorno di Gallo in Nuova Caledonia, è stata riscoperta un'importante area archeologica contenente oltre 50 incisioni rupestri, innescando un processo di valorizzazione guidato da attori locali
Attori locali come Dominique Fleurot e François Naouna stanno esplorando la foresta, riscoprendo i petroglifi e creando una narrazione che collega questi segni rupestri alla storia del Paese
La riscoperta dei petroglifi ha favorito un processo di patrimonializzazione che si basa sulla valorizzazione di questa storia recente, coinvolgendo anche attori non appartenenti alla comunità scientifica e creando una narrazione mitica
Durante il periodo coloniale, l'archeologia ha svolto un ruolo fondamentale nella costruzione dell'identità culturale, interpretando i petroglifi attraverso teorie razziste e negando l'autoctonia Kanak
Con gli accordi di Matignon e di Nouméa, l'archeologia è diventata uno strumento per promuovere una storia unitaria e condivisa, contribuendo alla costruzione di una memoria collettiva e di un senso di appartenenza condiviso
Il Dipartimento di Archeologia del Museo della Nuova Caledonia ha adottato strategie di valorizzazione del patrimonio e ha veicolato narrazioni che enfatizzano una storia comune, superando le teorie razziste del passato e promuovendo un dialogo inclusivo tra le diverse comunità dell'arcipelago