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Il simposio, cuore della vita sociale nella Grecia antica, era un banchetto che univa cibo, vino e scambi intellettuali. Dopo il pasto, i partecipanti, solitamente uomini di buona reputazione, si dedicavano a conversazioni filosofiche, giochi di ingegno e performance artistiche. Questi incontri rafforzavano i legami sociali e culturali, e includevano rituali religiosi e libagioni agli dèi. Il simposiarca, figura chiave, regolava il consumo di vino per mantenere un'atmosfera equilibrata.
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Il termine "simposio" deriva dal greco "syn" (insieme) e "posis" (bere)
Il simposio era un banchetto conviviale e culturale che aveva una funzione di coesione sociale e culturale
Il simposio aveva un'importante componente rituale e religiosa, con libagioni e offerte agli dèi e agli eroi
Gli inviti al simposio erano estesi oralmente dal padrone di casa e potevano essere estesi anche a ospiti non annunciati
Le donne, i bambini e gli schiavi erano esclusi o partecipavano in ruoli marginali, poiché il simposio era principalmente un'istituzione maschile e adulta
Il simposio si svolgeva nell'andron, una stanza dedicata agli uomini adulti, con posti disposti in modo da favorire l'interazione
Il simposiarca, eletto all'inizio del simposio, aveva il compito di sovrintendere alla miscelazione del vino e di mantenere l'equilibrio tra convivialità e decoro
Il vino veniva diluito con acqua per riflettere l'ideale di temperanza e civiltà, e veniva utilizzato anche per libagioni e offerte agli dèi
Durante il simposio si svolgevano conversazioni su vari argomenti, giochi di abilità e di ingegno, canti, recitazioni poetiche e performance artistiche