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Benedetto Croce e Giovanni Gentile sono figure centrali della filosofia italiana. Croce, con il suo storicismo assoluto, vede la storia come chiave di lettura della realtà, mentre Gentile, con l'attualismo, pone l'atto del pensiero al centro dell'esistenza. Entrambi hanno influenzato il pensiero moderno e la politica del loro tempo, distinguendosi per le loro teorie e il loro impegno civile.
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Benedetto Croce, filosofo, storico e critico letterario italiano, nacque a Pescasseroli nel 1866 e visse fino al 1952
Croce fu nominato senatore a vita nel 1910 e ricoprì la carica di ministro della pubblica istruzione nel governo di Giovanni Giolitti tra il 1920 e il 1921
Croce elaborò una filosofia dello storicismo assoluto, influenzato dalla dialettica hegeliana ma con significative modifiche, che si basa sull'idea che la realtà sia interamente storia e che la storia sia l'unico contesto in cui comprendere la realtà
Giovanni Gentile, filosofo e politico italiano, nacque a Castelvetrano nel 1875 e fu assassinato nel 1944
Gentile divenne ministro della pubblica istruzione durante il regime fascista e fu l'artefice di una riforma scolastica nel 1923
La filosofia di Gentile, nota come attualismo, rappresenta una critica all'idealismo hegeliano e sostiene che l'unico reale sia l'atto del pensiero in quanto tale, negando ogni forma di trascendenza