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Il femminicidio, uccisione di donne basata sul genere, è analizzato nella sua origine, stereotipi correlati e l'evoluzione normativa italiana.
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Diana E. H. Russell ha coniato il termine "femminicidio" nel 1976 per descrivere l'uccisione di donne per motivi legati al loro genere
Il femminicidio si differenzia dall'omicidio generico per la sua natura di genere e comprende anche uccisioni legate a pratiche culturali come i delitti d'onore e le uccisioni per dote
Il femminicidio è spesso l'atto finale di un continuum di violenza misogina che include violenza fisica, sessuale e psicologica
Gli stereotipi di genere e i pregiudizi possono influenzare negativamente la percezione pubblica e la risposta istituzionale alla violenza di genere
Le vittime di violenza di genere possono essere colpevolizzate e gli aggressori scusati, minando la responsabilità degli autori di violenza e ostacolando il percorso di giustizia per le vittime
È fondamentale contrastare e eliminare gli stereotipi di genere per promuovere una comprensione più accurata e una risposta più efficace alla violenza di genere
La violenza contro le donne può manifestarsi in vari contesti, come la sfera domestica, il posto di lavoro e gli spazi pubblici
In Italia, la maggior parte dei femminicidi avviene all'interno di relazioni familiari o affettive, evidenziando la necessità di interventi mirati e politiche pubbliche per affrontare la violenza di genere in tutti i suoi contesti
Le motivazioni dietro gli atti di violenza di genere spesso includono dinamiche di potere e controllo, come la gelosia o il rifiuto di una separazione
Dopo il 1948, ci sono voluti decenni per abrogare norme discriminatorie e introdurre leggi che tutelassero i diritti delle donne in Italia
La riforma del diritto di famiglia del 1975, l'abrogazione della "causa d'onore" nel 1981 e la legge del 1996 contro la violenza sessuale hanno rappresentato tappe fondamentali nella lotta alla violenza di genere in Italia
La legge del 1996 ha ridefinito la violenza sessuale come reato contro la persona e introdotto pene più severe per gli aggressori, segnando un cambiamento epocale nella legislazione italiana
La legge n. 119 del 2013 ha introdotto disposizioni urgenti per il contrasto della violenza sulle donne, tra cui l'aggravante per i delitti commessi all'interno di relazioni affettive e l'arresto obbligatorio in flagranza per determinati reati
Il braccialetto elettronico e l'obbligo di informazione per le vittime sono stati introdotti come strumenti per migliorare la protezione e il supporto alle donne vittime di violenza
La legge n. 38 del 2009 ha riconosciuto come reato penale i comportamenti persecutori, prevedendo pene detentive per gli autori di tali atti