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Antonello da Messina, protagonista del Rinascimento italiano, integra tecniche fiamminghe e prospettiche toscane. I suoi ritratti, influenzati da Jan van Eyck, esprimono profondità psicologica e realismo.
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Antonello si formò tra la Sicilia e la Campania, influenzato dalle diverse tradizioni culturali presenti nel Regno di Napoli
L'apprendistato di Antonello nella bottega di Colantonio a Napoli
Durante il suo apprendistato, Antonello sviluppò un interesse per la pittura fiamminga, influenzato dalle opere di artisti come Jan van Eyck
Il viaggio di Antonello nell'Italia centrale
Il viaggio di Antonello contribuì a rafforzare la sua comprensione delle tecniche prospettiche e volumetriche, caratteristiche dell'arte rinascimentale italiana
San Girolamo è stato un soggetto frequente nell'arte rinascimentale, simbolo di erudizione e ascetismo
Colantonio rappresenta San Girolamo in un'opera destinata alla chiesa di San Lorenzo Maggiore, evidenziando l'influenza di artisti come Barthélemy d'Eyck
Antonello offre una rappresentazione più umanistica e pacata di San Girolamo, integrando lo studio con il paesaggio circostante e dimostrando una sintesi tra diverse tradizioni figurative
Nel XV secolo, il ritratto si evolve diventando un genere pittorico autonomo, particolarmente apprezzato nelle corti europee
Il ritratto di profilo e l'ispirazione dalla numismatica antica
Inizialmente, il ritratto di profilo era utilizzato per sottolineare lo status e l'identità sociale del soggetto, ispirato alla numismatica antica
La trasformazione del ritratto nei Paesi Bassi
Grazie ai maestri fiamminghi come Jan van Eyck, il ritratto subisce una trasformazione significativa, puntando a un realismo analitico e a una rappresentazione dettagliata dei tratti fisionomici e psicologici dei soggetti
Questo dipinto è considerato un autoritratto di van Eyck, caratterizzato dall'assenza di mani e dallo sfondo scuro che mettono in risalto il volto espressivo del soggetto
Influenzato dal realismo fiammingo, Antonello ritrae un giovane uomo con uno sguardo penetrante e utilizza una luce radente per conferire tridimensionalità alla figura, riflettendo la capacità dei pittori di catturare l'intimità psicologica dei loro soggetti