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L'innovazione dell'arco e della volta nell'architettura romana rappresenta una pietra miliare nell'ingegneria antica. Queste strutture permisero la creazione di spazi interni ampi e coperture continue, grazie all'uso di conci e cementizio. La loro ingegnosità è evidente in opere come acquedotti e ponti, che dimostrano la durabilità e la resistenza di tali tecniche costruttive.
L'architettura romana introdusse l'uso dell'arco e della volta, superando il tradizionale sistema architravato greco
L'innovazione dell'arco e della volta aveva radici nelle precedenti costruzioni etrusche
L'uso dell'arco e della volta permise di realizzare spazi interni più ampi e coperture continue, integrando i supporti verticali con le strutture orizzontali
La spinta orizzontale generata da archi e volte richiedeva soluzioni ingegneristiche per evitare il rischio di crollo
I Romani risposero alla sfida della spinta orizzontale con l'ispessimento delle pareti portanti e l'uso di contrafforti
Gli archi romani erano costruiti con pietre o mattoni tagliati con precisione
Durante la costruzione, gli archi erano sostenuti da un'armatura temporanea chiamata centina
I Romani utilizzavano il cementizio, un antenato del moderno calcestruzzo, per riempire gli spazi tra i conci e aumentare la stabilità degli archi