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L'amore di Dante Alighieri per Beatrice Portinari, figlia della famiglia fiorentina di rilievo nel XIII secolo, è un pilastro della letteratura italiana. Questo sentimento platonico, nato durante l'infanzia e mantenuto per anni, ha influenzato profondamente la produzione letteraria di Dante, diventando simbolo dell'amore ideale nel canone occidentale.
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La famiglia Portinari era di rilievo nella Firenze del XIII secolo e si distingueva per le loro attività nel commercio e nel settore bancario
Simpatie ghibelline
Nonostante le originarie simpatie ghibelline, la famiglia riuscì a mantenere una posizione politica di rilievo a Firenze
Alleanze e cariche
Folco di Ricovero Portinari si alleò con la fazione dei Cerchi e ricoprì cariche di prestigio, come quella di console della corporazione di Calimala e priore del Secondo Popolo
La famiglia Portinari ha avuto un impatto significativo sulla vita e l'opera di Dante Alighieri, in particolare attraverso la figura di Beatrice, che secondo alcuni commentatori sarebbe stata figlia di Folco
Dante narra del suo primo incontro con Beatrice nella sua opera "Vita Nuova", avvenuto durante la festa di Calendimaggio nel 1274
Dante riflette sulla persistenza del suo amore per Beatrice dalla loro infanzia fino all'adolescenza, difendendone la purezza e la nobiltà
Nella società fiorentina del tempo di Dante, le occasioni di interazione tra giovani uomini e donne erano limitate, ma ciò non ha impedito a Dante di mantenere un amore platonico per Beatrice
L'amore per Beatrice è diventato un simbolo dell'amore ideale nel canone occidentale e ha influenzato profondamente la produzione letteraria di Dante