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La Schizofrenia

La Schizofrenia è un disturbo mentale che colpisce pensiero, emozioni e comportamento, con sintomi psicotici come allucinazioni e deliri. La sua comprensione si è evoluta grazie a contributi di psichiatri come Kraepelin e Bleuler, e il trattamento oggi prevede antipsicotici e terapie psicosociali.

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La ______ è un disturbo mentale che può causare alterazioni del pensiero e percezioni distorte.

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Schizofrenia

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Oltre ai sintomi positivi e negativi, la schizofrenia può presentare problemi di ______, attenzione e funzioni esecutive.

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memoria

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Definizione originale di 'Demenza precoce'

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Termine coniato da Morel nel XIX secolo per descrivere la schizofrenia.

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Contributo di Emil Kraepelin alla psichiatria

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Distinzione sistematica tra schizofrenia e disturbo bipolare.

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Sintomi di primo rango di Kurt Schneider

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Sintomi chiave per la diagnosi di schizofrenia, come udire voci che commentano il paziente in terza persona.

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La ______ tende a manifestarsi nella fase finale dell'adolescenza o all'inizio dell'età adulta.

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Schizofrenia

7

La schizofrenia ha una prevalenza mondiale stimata tra lo ______ e lo ______.

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0,3% 0,7%

8

Durata minima sintomi psicotici per diagnosi Schizofrenia

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Sintomi psicotici devono persistere significativamente per 1 mese.

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Periodo di osservazione per diagnosi Schizofrenia

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Segni continui del disturbo per almeno 6 mesi, con 1 mese di sintomi attivi.

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Eliminazione sottotipi Schizofrenia nel DSM-5

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DSM-5 non include più sottotipi come paranoide o catatonica, valuta sintomi su continuum.

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La gestione della ______ include terapie mediche, psicologiche e aiuto comunitario.

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Schizofrenia

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Gli ______ sono fondamentali nella cura farmacologica della Schizofrenia, con una preferenza per quelli di ______ generazione.

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antipsicotici seconda

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Definizione e Sintomatologia della Schizofrenia

La Schizofrenia è un disturbo mentale cronico e grave che incide sul pensiero, sulle emozioni e sul comportamento degli individui che ne sono affetti. Caratterizzata da una serie di sintomi psicotici, la schizofrenia si manifesta con alterazioni del pensiero, percezioni distorte della realtà, e una significativa disfunzione sociale e occupazionale. I sintomi sono classificati come positivi, che includono allucinazioni (soprattutto uditive), deliri, pensiero e linguaggio disorganizzati, e comportamenti bizzarri o agitati; e negativi, che comprendono riduzione dell'espressione emotiva, diminuzione della capacità di iniziare e sostenere attività pianificate, e difficoltà nelle interazioni sociali. Inoltre, i sintomi cognitivi, come problemi di memoria, attenzione e funzioni esecutive, sono spesso presenti e contribuiscono alle difficoltà nella vita quotidiana.
Cervello umano grigio al centro con pezzi di puzzle bianchi sparsi su sfondo blu pallido con sagome sfocate di persone.

Evoluzione Storica e Contributi Fondamentali alla Comprensione della Schizofrenia

La comprensione della Schizofrenia ha attraversato diverse fasi storiche, con contributi significativi da parte di eminenti psichiatri. Nel XIX secolo, Morel coniò il termine "Demenza precoce" per descrivere il disturbo, ma fu Emil Kraepelin a fornire una descrizione sistematica, distinguendo la schizofrenia dal disturbo bipolare. Eugen Bleuler introdusse il termine "Schizofrenia" nel 1911, enfatizzando la dissociazione o "scissione" delle funzioni psichiche come caratteristica centrale e descrivendo le "4 A": disturbi delle Associazioni, dell’Affettività, dell’Ambivalenza e dell’Autismo. Kurt Schneider, negli anni '50, identificò i sintomi di primo rango, che sono particolarmente importanti per la diagnosi clinica e includono esperienze come l'udire voci che commentano o discutono del paziente in terza persona.

Decorsa, Epidemiologia ed Eziopatogenesi della Schizofrenia

La Schizofrenia si manifesta comunemente nella tarda adolescenza o nella prima età adulta e ha una prevalenza globale stimata tra lo 0,3% e lo 0,7%. La decorsa del disturbo può variare notevolmente tra gli individui, con alcuni che sperimentano episodi acuti intervallati da periodi di remissione, mentre altri possono avere un decorso cronico con sintomi persistenti. I fattori di rischio per lo sviluppo della schizofrenia sono multifattoriali e includono predisposizioni genetiche, esposizione a fattori ambientali avversi durante lo sviluppo prenatale, come infezioni o malnutrizione, e l'uso di sostanze psicoattive. Le teorie eziopatogenetiche attuali enfatizzano un'interazione complessa tra genetica e ambiente, con particolare attenzione ai sistemi neurotrasmettitori, tra cui il sistema dopaminergico, e alle anomalie strutturali e funzionali del cervello.

Diagnosi della Schizofrenia secondo il DSM-5

La diagnosi di Schizofrenia secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Quinta Edizione (DSM-5), richiede la presenza di sintomi psicotici per un periodo significativo durante un intervallo di un mese, con impatto sul funzionamento personale. Almeno uno dei sintomi deve essere deliri, allucinazioni o discorso disorganizzato. Inoltre, devono essere presenti segni continui del disturbo per almeno sei mesi, con almeno un mese di sintomi attivi. La diagnosi differenziale è cruciale per escludere altre condizioni psichiatriche, l'uso di sostanze o condizioni mediche generali. Il DSM-5 ha eliminato i sottotipi di Schizofrenia, come la forma paranoide o catatonica, a favore di un approccio che valuta la gravità dei sintomi su un continuum.

Trattamenti Farmacologici e Non Farmacologici della Schizofrenia

Il trattamento della Schizofrenia richiede un approccio integrato che include farmacoterapia, psicoterapia e supporto sociale. Gli antipsicotici, sia di prima che di seconda generazione, sono la pietra angolare del trattamento farmacologico, con la seconda generazione preferita per il suo profilo di effetti collaterali più favorevole e l'efficacia sui sintomi negativi e cognitivi. La clozapina rimane un'opzione per i casi resistenti al trattamento, nonostante i suoi rischi di effetti collaterali gravi come l'agranulocitosi. La scelta del trattamento farmacologico deve essere personalizzata in base alle caratteristiche cliniche del paziente e alle sue preferenze. I trattamenti non farmacologici, come la terapia cognitivo-comportamentale, i programmi di riabilitazione psicosociale e il supporto alle famiglie, sono essenziali per migliorare il funzionamento sociale e la qualità della vita dei pazienti.