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Il Rinascimento del Cinema Italiano e la Propaganda Fascista attraverso "Scipione l'Africano"

Il film 'Scipione l'Africano' del 1937 rappresenta un esempio di come il cinema possa essere utilizzato per scopi propagandistici. Finanziato dal regime fascista, il film mirava a glorificare le conquiste coloniali italiane e a creare un parallelo tra Mussolini e il condottiero romano Scipione, enfatizzando la continuità tra l'antica Roma e l'Italia fascista.

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Anno di realizzazione e contesto storico di 'Scipione l'Africano'

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1937, periodo di rinascita del cinema italiano post-crisi anni '20.

2

Enti finanziatori di 'Scipione l'Africano'

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ENIC e Consorzio Scipione l'Africano, promossi dal regime fascista.

3

Significato storico di Cinecittà per 'Scipione l'Africano'

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Primo film girato nei nuovi studi di Cinecittà, inaugurati da Mussolini.

4

Uso di anacronismi nel film 'Scipione l'Africano'

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Roma repubblicana usata per glorificare il regime fascista, nonostante le incongruenze storiche.

5

La propaganda del regime fascista ha cercato di sovrapporre la figura di ______, eroe della Seconda Guerra Punica, a quella di ______, il leader del Fascismo.

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Scipione l'Africano Benito Mussolini

6

La pellicola enfatizzava la grandezza di ______ e, per estensione, la potenza dell'______ attraverso simbolismi e riferimenti.

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Roma Italia fascista

7

Mussolini veniva presentato come l'______ di una tradizione imperiale e come il restauratore della ______ italiana, contribuendo al culto della sua personalità.

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erede legittimo grandezza

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Il Rinascimento del Cinema Italiano e la Propaganda Fascista attraverso "Scipione l'Africano"

Il film "Scipione l'Africano", realizzato nel 1937, segna un momento significativo nella storia del cinema italiano, coincidendo con il periodo di rinascita dell'industria cinematografica nazionale dopo la crisi degli anni '20. Finanziato e promosso dal regime fascista, in particolare attraverso l'ENIC (Ente Nazionale Industrie Cinematografiche) e il Consorzio Scipione l'Africano, il film fu il primo a essere girato nei nuovi studi di Cinecittà, voluti e inaugurati da Benito Mussolini. Questo kolossal storico, diretto da Carmine Gallone, aveva lo scopo non solo di intrattenere ma anche di servire come strumento di propaganda fascista, esaltando le recenti conquiste coloniali in Africa e parallelando la figura di Mussolini con quella di Scipione, il condottiero romano. Nonostante le evidenti anacronismi storici, come l'uso di un episodio della Roma repubblicana per glorificare un regime totalitario moderno, il film cercava di instillare nel pubblico un senso di orgoglio nazionale e di continuità con il glorioso passato imperiale di Roma.
Set cinematografico anni '30 con macchina da presa vintage, regista con megafono, attori in costume romano e fascista, crew e luci.

La Costruzione dell'Identificazione tra Mussolini e Scipione

La propaganda fascista operò una deliberata sovrapposizione tra la figura di Scipione l'Africano, l'eroe della Seconda Guerra Punica, e quella di Benito Mussolini, il Duce del Fascismo. Attraverso "Scipione l'Africano", il regime cercava di creare un'identificazione diretta tra il leader fascista e il condottiero romano, entrambi presentati come figure carismatiche e strategiche, capaci di espandere i confini del proprio paese e di assicurare vittorie militari. Questa associazione veniva enfatizzata nel film con una serie di simbolismi e riferimenti che alludevano alla grandezza di Roma e, per estensione, alla potenza dell'Italia fascista. La narrazione cinematografica diventava così un mezzo per rafforzare l'ideologia del regime, presentando Mussolini come l'erede legittimo di una tradizione imperiale e come il restauratore della grandezza italiana. Tale rappresentazione contribuiva a consolidare il culto della personalità del Duce e a legittimare la sua politica espansionistica, in un periodo in cui l'Italia si stava affermando come potenza coloniale in Africa.