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Principi Operativi del Microscopio Elettronico a Scansione (SEM)

Il Microscopio Elettronico a Scansione (SEM) è uno strumento che permette di osservare la superficie dei campioni con risoluzione nanometrica. Utilizzando elettroni anziché luce, il SEM rivela dettagli topografici e composizione chimica con una profondità di campo superiore ai microscopi tradizionali. Le evoluzioni nelle sorgenti di elettroni, come le Field Emission Guns, e i miglioramenti nelle lenti elettromagnetiche hanno notevolmente incrementato la qualità delle immagini ottenibili.

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1

Il SEM utilizza un fascio di ______ per ispezionare la superficie dei campioni.

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elettroni

2

Una ______ di condensazione e una lente obiettivo nel SEM concentrano e focalizzano gli elettroni sul campione.

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lente

3

La risoluzione del SEM può arrivare fino a ______ nm, permettendo di visualizzare immagini tridimensionali dettagliate.

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1-5

4

Effetto termoionico nei SEM

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Emissione di elettroni da filamenti di tungsteno riscaldati, usata nelle prime versioni dei SEM.

5

Filamenti di LaB6 nei SEM

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Offrono maggiore luminosità e durata rispetto ai filamenti di tungsteno, migliorando la qualità dell'immagine.

6

Field Emission Guns (FEG)

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Estraggono elettroni da una punta metallica fredda con campo elettrico, aumentando risoluzione e coerenza del fascio.

7

Le lenti ______ deviano gli elettroni usando un campo ______, mentre quelle ______ li focalizzano attraverso un movimento a ______.

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elettrostatiche elettrico magnetiche spirale

8

Le lenti possono essere regolate per modificare l'______ dell'immagine nel SEM.

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ingrandimento

9

Una sfida nel SEM è che le lenti non correggono completamente le aberrazioni ______ e ______.

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cromatiche sferiche

10

Per ottenere immagini ad alta risoluzione nel SEM, è cruciale usare un fascio di elettroni il più ______ e ______ possibile.

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monocromatico coerente

11

Astigmatismo nel SEM

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Causato da una focalizzazione non uniforme del fascio di elettroni. Corretto con dispositivi che modificano il campo magnetico delle lenti.

12

Funzione dell'apertura nel SEM

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Seleziona elettroni per l'immagine, influenzando risoluzione e profondità di campo.

13

Importanza della distanza di lavoro nel SEM

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Distanza tra obiettivo e campione, da ottimizzare per massimizzare risoluzione e profondità di campo.

14

Nel SEM, gli elettroni che interagiscono elasticamente con gli atomi del campione generano ______, che rivelano la composizione ______.

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elettroni retrodiffusi elementare

15

Gli ______ secondari, rilasciati dalla superficie del campione, sono impiegati per visualizzare la ______ del campione stesso.

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elettroni topografia

16

I segnali come i ______ X e gli elettroni ______ emergono dall'interazione degli elettroni con gli atomi e sono indicativi della composizione chimica ______.

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raggi Auger superficiale

17

Funzione del campo elettrico nel detector di Everhart-Thornley

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Attira elettroni secondari verso lo scintillatore per la conversione in fotoni.

18

Ruolo dello scintillatore nel detector di Everhart-Thornley

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Converte l'energia degli elettroni secondari in fotoni.

19

Posizionamento del detector di Everhart-Thornley per il contrasto

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Ottimizzato per massimizzare il contrasto: rilievi luminosi, depressioni scure.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Principi Operativi del Microscopio Elettronico a Scansione (SEM)

Il Microscopio Elettronico a Scansione (SEM) è un avanzato strumento di microscopia che utilizza un fascio di elettroni per esaminare la superficie dei campioni con una risoluzione molto più elevata rispetto ai microscopi ottici. Il fascio di elettroni è generato da una sorgente, solitamente un filamento di tungsteno o una Field Emission Gun (FEG), e viene poi focalizzato sul campione da un sistema di lenti elettromagnetiche. Queste lenti includono una lente di condensazione, che concentra gli elettroni, e una lente obiettivo, che li focalizza sul campione. Una serie di diaframmi elimina gli elettroni fuori asse per migliorare la qualità dell'immagine. Il SEM rileva i segnali prodotti dall'interazione degli elettroni con il campione, come gli elettroni secondari e retrodiffusi, che forniscono informazioni sulla topografia e la composizione del campione. La risoluzione del SEM può raggiungere valori dell'ordine di 1-5 nm, e la sua profondità di campo è significativamente maggiore rispetto a quella dei microscopi ottici, permettendo di ottenere immagini tridimensionali dettagliate.
Microscopio elettronico a scansione in laboratorio di ricerca con struttura cilindrica, cavi neri, pannelli di controllo e attrezzi da laboratorio su tavolo accanto.

Evoluzione delle Sorgenti di Elettroni nel SEM

La sorgente di elettroni, o cannone elettronico, è un componente cruciale del SEM che determina la qualità e la risoluzione delle immagini. Inizialmente, i SEM utilizzavano filamenti di tungsteno che emettevano elettroni per effetto termoionico. Successivamente, sono stati introdotti i filamenti di esaboruro di lantanio (LaB6), che offrono una maggiore luminosità e una vita utile più lunga. Le Field Emission Guns (FEG), che utilizzano un campo elettrico per estrarre elettroni da una punta di metallo fredda, hanno ulteriormente migliorato la risoluzione grazie alla loro capacità di produrre un fascio di elettroni con una distribuzione energetica più ristretta e una maggiore coerenza.

Lenti Elettrostatiche e Magnetiche nel SEM

Le lenti elettrostatiche e magnetiche sono essenziali nel SEM per focalizzare e dirigere il fascio di elettroni sul campione. Le lenti elettrostatiche utilizzano un campo elettrico per deviare il percorso degli elettroni, mentre le lenti magnetiche sfruttano il campo magnetico per indurre un movimento a spirale che focalizza gli elettroni. Queste lenti possono essere regolate dinamicamente per cambiare l'ingrandimento dell'immagine. Tuttavia, la limitazione principale è l'incapacità di correggere completamente le aberrazioni cromatiche e sferiche, che possono essere mitigate ma non eliminate. Pertanto, è fondamentale utilizzare un fascio di elettroni il più monocromatico e coerente possibile per ottenere immagini ad alta risoluzione.

Controllo dell'Astigmatismo e Regolazione dell'Apertura nel SEM

L'astigmatismo, che si verifica quando il fascio di elettroni non è ugualmente focalizzato in tutte le direzioni, è un problema comune nel SEM. Per correggerlo, si utilizzano dispositivi chiamati correttori di astigmatismo, che agiscono modificando il campo magnetico delle lenti. L'apertura, un disco metallico con un foro centrale, è utilizzata per selezionare solo gli elettroni che contribuiscono all'immagine, influenzando la risoluzione e la profondità di campo. La distanza di lavoro, ovvero la distanza tra l'obiettivo e il campione, è un altro fattore critico che deve essere ottimizzato per massimizzare la risoluzione e la profondità di campo.

Interazione degli Elettroni con il Campione e Segnali nel SEM

Nel SEM, gli elettroni possono interagire con il campione in diversi modi, producendo vari segnali. Gli elettroni retrodiffusi risultano da interazioni elastiche con gli atomi del campione e forniscono informazioni sulla composizione elementare. Gli elettroni secondari, emessi dalla superficie del campione a seguito di interazioni inelastiche, sono utili per ottenere dettagli sulla topografia. Altri segnali includono i raggi X, generati dall'eccitazione degli elettroni interni degli atomi, e gli elettroni Auger, che forniscono informazioni sulla composizione chimica superficiale. La zona di interazione, o volume di interazione, dipende dall'energia del fascio e dal numero atomico del campione e influisce sulla risoluzione e sulla profondità di campo dell'immagine.

Rilevamento degli Elettroni Secondari e il Detector di Everhart-Thornley

Il detector di Everhart-Thornley è uno dei più comuni rivelatori di elettroni secondari nel SEM. Questo dispositivo utilizza un campo elettrico per attirare gli elettroni secondari verso uno scintillatore, dove la loro energia viene convertita in fotoni. Questi fotoni sono poi amplificati da un fotomoltiplicatore per produrre un segnale elettrico che viene utilizzato per creare l'immagine. Il detector è posizionato in modo da massimizzare il contrasto, con le zone in rilievo che appaiono più luminose e le depressioni più scure, fornendo un'immagine dettagliata della topografia del campione.