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La vita e la poesia di Giovanni Pascoli

Giovanni Pascoli, poeta italiano del Novecento, visse un'infanzia travagliata che influenzò la sua poesia, ricca di temi di perdita e nostalgia. Laureatosi in lettere classiche, divenne insegnante e poi professore universitario, pubblicando opere come 'Myricae' e 'I Canti di Castelvecchio'. La sua poesia, che esplora la natura, il lutto e la vita rurale, ha contribuito al rinnovamento del linguaggio poetico italiano.

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1

Il poeta ______ ______ vide la luce il 31 dicembre 1855 in quella che oggi è conosciuta come San Mauro ______.

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Giovanni Pascoli Pascoli

2

Nonostante le difficoltà finanziarie, Pascoli riuscì a laurearsi con ______ in ______ classiche all'Università di Bologna nel 1882.

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lode lettere

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Professione di Pascoli dopo la laurea

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Insegnante di latino e greco, vissuto in varie città italiane.

4

Significato di Castelvecchio per Pascoli

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Rifugio ideale e fonte di ispirazione per la sua poesia.

5

Contributi di Pascoli all'innovazione poetica

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Opere come 'Il fanciullino' e 'Poemetti', esplorazione della vita rurale e sperimentazione linguistica.

6

La raccolta poetica ______ di ______ fu pubblicata nel ______ e segna un momento cruciale nella carriera di Pascoli.

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I Canti di Castelvecchio Pascoli 1903

7

Pascoli: saggista

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Studiò Dante, Leopardi, Manzoni; dimostrò versatilità intellettuale oltre la poesia.

8

Cattedra di Letteratura italiana

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Pascoli succedette a Carducci a Bologna nel 1905, riconoscimento accademico.

9

Ultimo discorso di Pascoli

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Elogiò l'intervento italiano in Libia, vedendolo come soluzione all'emigrazione e chance di crescita nazionale.

10

Le opere di Pascoli, '' e '', hanno introdotto temi più nazionalistici e celebrativi.

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Odi e inni Poemi italici

11

Giovanni Pascoli è deceduto il ______ a ______, affetto da un cancro al fegato.

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6 aprile 1912 Bologna

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Infanzia e formazione di Giovanni Pascoli

Giovanni Pascoli nacque il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna, oggi San Mauro Pascoli, in una famiglia benestante. Quarto di dieci figli, la sua infanzia fu funestata da eventi luttuosi: l'assassinio del padre Ruggero nel 1867 e la successiva morte di tre fratelli e della madre. Queste tragedie influenzarono profondamente la sua visione del mondo e la sua poesia, caratterizzata da temi di perdita e nostalgia per un'irrecuperabile serenità familiare. Pascoli compì i suoi studi iniziali presso i Padri scolopi a Urbino e, nonostante le ristrettezze economiche, ottenne una borsa di studio per l'Università di Bologna, dove si laureò con lode in lettere classiche nel 1882. Durante il periodo universitario, Pascoli si interessò alle idee politiche radicali, che lo portarono a un breve arresto per presunte attività sovversive, dal quale fu successivamente scagionato grazie all'intervento del suo mentore, il poeta Giosuè Carducci.
Scrivania scolastica in legno antico con libri in pelle marrone, penna d'oca e calamaio su pavimento piastrellato, finestra aperta su paesaggio campestre.

La carriera letteraria e l'insegnamento

Dopo aver conseguito la laurea, Pascoli intraprese la professione di insegnante di latino e greco, un'attività che lo portò a vivere in varie città italiane. Nel 1891, pubblicò la sua prima raccolta di poesie, "Myricae", che riscosse un discreto successo e che nelle edizioni successive venne ampliata. Quest'opera rifletteva il suo interesse per la natura e la vita agreste, temi che diverranno centrali nella sua produzione poetica. Nel 1892, Pascoli si stabilì a Castelvecchio di Barga, luogo che divenne il suo rifugio ideale e fonte di ispirazione. La sua carriera accademica proseguì con la nomina a professore ordinario di letteratura latina prima all'Università di Messina e poi a quella di Pisa. In questi anni, pubblicò opere di rilievo come "Il fanciullino" e "Poemetti", che esploravano la vita rurale e la sperimentazione linguistica, consolidando la sua fama di innovatore della poesia italiana.

I Canti di Castelvecchio e il simbolismo nella poesia di Pascoli

"I Canti di Castelvecchio", pubblicati nel 1903, rappresentano una tappa fondamentale nell'evoluzione poetica di Pascoli. In questa raccolta, il poeta approfondisce le tematiche già presenti in "Myricae", ma con un linguaggio più complesso e simbolico. Le poesie riflettono la sua profonda osservazione della natura e l'elaborazione del lutto per le perdite familiari, temi che lo portano a una visione introspettiva e talvolta angosciata del mondo esterno. La raccolta si distingue anche per una visione più complessa della sessualità e per una costante riflessione sulla morte.

Pascoli "poeta-vate" e l'evoluzione della sua poesia

Con i "Poemi conviviali" del 1904, Pascoli raggiunse l'apice della sua maturità poetica, attingendo al mondo classico e al mito per esplorare temi universali. La sua produzione saggistica, che includeva studi su Dante, Leopardi e Manzoni, si affiancò alla poesia, mostrando la sua poliedricità intellettuale. Nel 1905, Pascoli succedette a Carducci nella prestigiosa cattedra di Letteratura italiana all'Università di Bologna. In questo periodo, la sua poesia assunse anche una dimensione pubblica e celebrativa, riflettendo eventi ufficiali e assumendo toni più enfatici e retorici. Nel suo ultimo discorso pubblico, Pascoli esaltò l'impresa militare italiana in Libia, interpretandola come una soluzione al problema dell'emigrazione e un'opportunità di espansione per la nazione.

Le ultime opere e la morte di Pascoli

Le ultime raccolte poetiche di Pascoli, "Odi e inni" e "Poemi italici", segnarono un'ulteriore evoluzione verso temi nazionalistici e celebrativi della storia e della cultura italiana. Tuttavia, queste opere furono accolte con minor favore dalla critica, che le considerò meno riuscite a causa di uno stile ritenuto artificioso e retorico. Afflitto da un cancro al fegato, Giovanni Pascoli morì il 6 aprile 1912 a Bologna. La sua eredità letteraria, caratterizzata da un profondo rinnovamento del linguaggio poetico e da una sensibilità moderna, ha lasciato un segno indelebile nella letteratura italiana del Novecento.