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Cesare Beccaria, con 'Dei delitti e delle pene', si oppone alla tortura, sostenendo l'inefficacia e l'ingiustizia di tale pratica. Critica la violazione dei diritti umani e promuove l'uso di prove e testimonianze per la giustizia.
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pubblicato nel 1764
libro non lungo e suddiviso in capitoli brevi e veloci, quasi senza note
il capitolo è poi dedicato a confutare questi 5 motivi, uno per uno secondo un ordine che non è quello iniziale
la confessione dell'imputato è inutile perché il giudice deve individuare il colpevole attraverso il provcesso
si parte da questo punto perché gli altri sono corollari a questo
non si possono espiare i reati commessi attraverso la tortura perché il reato è una macchia civile che non si può togliere con la sensazione di dolore
durante il processo è normale che l'interrogato si contraddica per la situazione di pressione in cui si trova
torturare un uomo sottintende che egli sia colpevole
la tortura non serve a scoprire i complici
la presunzione di innocenza
il diritto di non rispondere
uguaglianza tra tutti gli uomini e collegamento tra
uguaglianza
libertà
legge
usati per dare info al lettore
condanna la tortura perché sostiene che essa non aiuti il giudice a scoprire la verità ma favorisce il colpevole capace di resistere al dolore rispetto all'innocente meno robusto (pag 318/321*)
nato nel 1738 a Milano e laureato in legge e morì nel 1794