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Le sculture della Grecia classica, come l'Auriga di Delfi e Zeus di Capo Artemisio, riflettono l'apice artistico raggiunto nell'antichità. Queste opere, simboli di tecnica e bellezza, rivelano la cultura e la società greche.
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OPERA IN BRONZO DI SÒTADE DI TÈSPIE, DONATO AL SANTUARIO DI APOLLO A DELFI DA POLIZÈLO, TIRANNO DI GÈLA
SCOLPIRE UN METALLO MOLTO FINEMENTE UTILIZZANDO IL CESÈLLO, UTENSILE DOTATO DI UNA PUNTA DI FERRO SAGOMATA IN RELAZIONE ALL'USO CHE SE NE DEVE FARE
CINTA DALLA BENDA DECORATA A MEANDRO E UN TEMPO ARRICCHITA CON INSERTI IN ARGENTO, L'ESPRESSIONE DEL VOLTO È TESA E CONCENTRATA
ATTRIBUITA A CALÀMIDE, ARTISTA FORSE DELLA BEOZIA O FORSE DELL'ATTICA
COMPRESA ALL'INTERNO DI UNA FORMA PRESSOCHÉ QUADRATA, LE BRACCIA SONO SOLLEVATE QUASI A CROCE
IMPASSIBILE, MA NOBILE E SOLENNE PER IL TRATTAMENTO RAFFINATO DELLE CIOCCHE DI CAPELLI E DELLA BARBA ONDULATA
ALL'INIZIO DELLA PRIMAVERA NEI PRESSI DEL SANTUARIO SI CELEBRAVANO GARE MUSICALI, GINNICHE E IPPICHE
NON ERANO AMMESSE
L'UNICO PREMIO SIMBOLICO CHE GLI ATLETI RICEVEVANO NELLE GARE AGONISTICHE ERA LA BENDA
CELEBRATISSIMO GRUPPO PERDUTO MA CONSERVATOSI IN UNA COPIA IN MARMO ROMANA DEL II SECOLO D.C
PLAUSIBILE L'ISPIRAZIONE (POSTURALE E PER IL VOLTO) AL GRUPPO PERDUTO
LE GAMBE LUNGHE E ASSOTTIGLIATE VERSO I GINOCCHI, DIVARICATE, HANNO TROVATO UNA POSIZIONE DI SICURO BILANCIAMENTO
I DUE GIOVANI, MISSIONATI A KRITIO, ERANO I DUE MIGLIORI ALLIEVI DI FIDIA
L'OPERA RAPPRESENTA UNA DIVINITÀ NUDA, ZEUS O POSEIDON, COLTA NELL'ATTO DI LANCIARE UNA FOLGORE O IL TRIDENTE
LE ORBITE ORA VUOTE DEGLI OCCHI DOVEVANO ESSERE DI ALTRO MATERIALE, AL PARI DELLE SOPRACCIGLIA CHE HANNO PERDUTO L'INCASTONATURA