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Mappa concettuale e riassunto Niccolò Machiavelli

La politica secondo Machiavelli è l'arena dove l'uomo plasma il proprio destino. Il Principe, con astuzia e forza, deve agire per il bene comune, ispirandosi alla storia per governare con virtù e coraggio.

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1

Uomo: artefice del proprio destino

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Per Machiavelli, l'uomo ha la capacità di costruire il proprio destino, enfatizzando l'azione e l'iniziativa personale.

2

Astuzia del principe

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Il principe deve essere astuto per anticipare e contrastare le mosse dei nemici, una qualità essenziale per la sopravvivenza politica.

3

Uso della forza

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Il principe deve saper utilizzare la forza quando necessario, per mantenere l'ordine e la sicurezza o per difendere lo stato.

4

Prudenza e calcolo

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Il principe deve essere prudente e calcolatore, analizzando le situazioni per intervenire efficacemente senza agire impulsivamente.

5

Machiavelli credeva in una visione ______ della storia, dove gli eventi si ripetono e l'uomo può imparare dagli errori.

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ciclica

6

L'attività politica, per ______, è per chi possiede virtù e coraggio, e permette di capire le leggi storiche.

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Machiavelli

7

Autore e periodo di composizione de 'Il Principe'

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Scritto da Niccolò Machiavelli tra il 1513 e il 1514.

8

Struttura de 'Il Principe'

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Ventisei capitoli che trattano caratteristiche dei principi, conquista e mantenimento del potere, rapporto con i sudditi.

9

Il principe: amato o temuto?

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Per Machiavelli meglio essere temuti che amati se non è possibile essere entrambi.

10

Simbolismo di volpe e leone nel 'Principe'

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Il principe deve essere astuto come una volpe e forte come un leone; usare inganno e forza quando necessario.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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La politica

La politica per Machiavelli è lo scenario in cui l’uomo può dimostrare la propria capacità di iniziativa e di essere in grado di costruire il proprio destino, tenendo bene a mente che ogni uomo è faber fortunae suae, artefice del proprio destino. In questo ambito si iscrive anche l’importanza e il ruolo che per Machiavelli ha la figura del principe: - deve essere astuto, per prevenire le mosse dei nemici; - deve saper utilizzare la forza qualora ce ne fosse bisogno; - deve operare nei suoi interessi e soprattutto in quelli del popolo, essendo anche disposto a sacrificare i propri princìpi in funzione del bene della collettività; - deve essere prudente e calcolatore, in grado di analizzare le situazioni e di intervenire nel modo più efficace; - deve lasciarsi guidare dal suo intuito e chiedere consiglio solo se strettamente necessario. Machiavelli si rifà all’Umanesimo del Quattrocento, ereditandone la visione antropocentrica (uomo al centro) e facendosi portavoce degli ideali rinascimentali.
Statua di Niccolò Machiavelli

La concezione della storia

Machiavelli considera la storia come il punto di riferimento verso il quale il politico deve sempre guardare, in quanto gli fornisce evidenze su cui basarsi, modelli a cui ispirarsi o dai quali stare alla larga. Il pensiero di Machiavelli, infatti, si basa su una concezione ciclica della storia: tutti gli eventi passati sono destinati a riproporsi nel presente e nel futuro. L’uomo, però, grazie alla propria virtù, ha il potere di dominare gli eventi rifacendosi agli errori commessi nel passato e cercando di fare meglio, mettendo anche in discussione la legge morale. Questo vuol dire che l’attività politica non è destinata a tutti, ma è riservata solo a coloro che, dotati di virtù e di coraggio, sono in grado di agire. Per il Machiavelli la politica non è altro che un’attività umana attraverso la quale è possibile comprendere a fondo tutte le leggi che, da sempre, reggono la storia, tenendo conto che tali leggi non sono infallibili.

Il Principe

Il Principe è l’opera del Machiavelli in cui viene condensato perfettamente il suo pensiero in merito all’attività politica del principe. Si tratta di un saggio di dottrina politica composto probabilmente tra il 1513 e il 1514. É composto da ventisei capitoli in cui vengono attenzionate le caratteristiche dei principi e dei rispettivi stati, le modalità per conquistarli e mantenervi il potere e le indicazioni sull’atteggiamento che il principe deve tenere nei confronti dei suoi sudditi. Per Machiavelli, infatti, il principe dovrebbe essere sia amato che temuto. Essendo però impossibile essere entrambe le cose in egual misura, per Machiavelli il Principe deve incutere timore: si distacca, quindi, dalla concezione che il principe debba essere perfetto in quanto è umano. Il principe dovrà essere ”sia volpe che leone”, cioè agire d’astuzia, come una volpe, ma ricorrendo alla forza e alla violenza, come un leone, qualora ce ne fosse il bisogno. Secondo Machiavelli infatti questo è il punto chiave dei suoi tempi: crede infatti che sia fondamentale trovare un Principe che non abbia timore ad impugnare le armi per smuovere la reale situazione di stallo che gli si presentava attorno. A causa del cinismo con cui il Machiavelli descrive il comportamento razionale, calcolatore e spietato che il principe è chiamato a mettere in atto, gli studiosi si sono divisi in due "fazioni": alcuni pensano che quest’opera sia destinata ai governanti, in modo che possano avere una guida per garantire la stabilità dello Stato; altri pensano invece che non si tratti di un trattato politico ma di un’opera destinata al popolo, con lo scopo di mettere a nudo e denunciare le atrocità commesse dai principi dell’epoca.