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Primo Levi, scrittore e chimico italiano, ha lasciato un'eredità letteraria fondamentale con opere come 'Se questo è un uomo'. La sua vita, segnata dalla deportazione ad Auschwitz e dalla lotta partigiana, si riflette nei suoi scritti che esplorano la condizione umana e l'esperienza dell'Olocausto. Le sue testimonianze sono un punto di riferimento nella comprensione degli orrori della guerra e nella riflessione sulla responsabilità individuale.
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PRIMO LEVI NACQUE A TORINO NEL 1919
DOPO ESSERSI LAUREATO IN CHIMICA, NEL 1943 ADERÌ ALLA LOTTA PARTIGIANA
CATTURATO E INTERNATO NEL CAMPO DI FOSSOLI, PRESSO MODENA, NEL GENNAIO 1944 FU DEPORTATO IN POLONIA, NEL CAMPO DI AUSCHWITZ
DOPO LA LIBERAZIONE DEL CAMPO DA PARTE DELLE TRUPPE SOVIETICHE, IL 27 GENNAIO 1945, LEVI RITORNÒ NON SENZA DIFFICOLTÀ IN ITALIA
L'ANSIA DI RACCONTARE CIÒ CHE ERA ACCADUTO GLI ISPIRÒ SE QUESTO È UN UOMO, CHE FU PERÒ ACCETTATO DALL'EDITORE EINAUDI SOLO NEL 1958
RACCONTÒ IL DIFFICILE RITORNO ALLA VITA DOPO LA LIBERAZIONE DAL LAGER E LE TRAVERSIE AFFRONTATE PER RIUSCIRE A TORNARE IN ITALIA
PUBBLICÒ I RACCONTI STORIE NATURALI (1966)
I ROMANZI IL SISTEMA PERIODICO (1975) E LA CHIAVE A STELLA (1978)
PUBBLICÒ LE RACCOLTE DI POESIE OSTERIA DI BREMA (1975)
AD ORA INCERTA (1984)
TORNÒ SUI TEMI DELLA GUERRA E DEL MONDO EBRAICO CON SE NON ORA QUANDO? (1982)
I SOMMERSI E I SALVATI (1986)