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Piero della Francesca, maestro del Rinascimento, è noto per la sua abilità nell'integrare arte e scienza. Le sue opere, come il 'Battesimo di Cristo' e le 'Storie della Vera Croce', sono celebri per l'uso innovativo della prospettiva e per la loro precisione geometrica. La sua influenza si estende oltre la pittura, con trattati che hanno segnato la storia della matematica e della teoria dell'arte.
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Piero della Francesca si formò sotto l'influenza di Domenico Veneziano e della scuola fiorentina del primo Quattrocento
Piero fu attivo a Roma, dove lavorò negli appartamenti papali, e a Urbino, dove fu una figura chiave nello sviluppo dell'Umanesimo matematico
Piero scrisse trattati come il "De prospectiva pingendi" e il "Libellus de quinque corporibus regularibus", dimostrando la sua profonda comprensione della prospettiva e della geometria
Il dipinto, commissionato dai monaci camaldolesi, è ricco di simbolismo religioso e fa riferimento alla Trinità
Il ciclo di affreschi nella Chiesa di San Francesco ad Arezzo rappresenta episodi tratti dai Vangeli Apocrifi e dalla "Legenda Aurea" di Jacopo da Varagine
L'opera, caratterizzata da un uso eccezionale della prospettiva, rappresenta due scene collegate in un unico spazio architettonico
La pala, commissionata da Federico da Montefeltro, celebra la nascita dell'erede di Urbino e riflette la visione rinascimentale di un evento sacro in uno spazio terreno, mentre i ritratti dei duchi esaltano il loro matrimonio
L'opera di Piero si distingue per l'integrazione di precisione artistica e rigore scientifico, con particolare attenzione alla matematica, alla prospettiva e alla geometria
Piero utilizzò una tecnica mista, che includeva il buon fresco, il mezzo fresco e la tempera grassa, per creare opere di grande impatto visivo e narrativo
Le opere di Piero si distinguono per il loro realismo incisivo e la profondità dello spazio, dimostrando la sua maestria nella rappresentazione geometrica dei volumi