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Arthur Schopenhauer, filosofo tedesco del XIX secolo, ha lasciato un'impronta indelebile con opere come 'Il mondo come volontà e rappresentazione'. La sua visione pessimistica della realtà e l'influenza di Platone, Kant e le filosofie orientali hanno definito una corrente filosofica di grande impatto. La distinzione tra fenomeno e noumeno e la centralità della volontà sono tra i concetti chiave del suo pensiero.
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Arthur Schopenhauer nacque il 22 febbraio 1788 a Danzica, figlio di Heinrich Floris Schopenhauer e Johanna Schopenhauer
Grazie alle esperienze di viaggio in Francia e Inghilterra in giovane età, Schopenhauer sviluppò un pensiero influenzato da diverse culture
Dopo aver studiato a Gottinga con Gottlob Ernst Schulze, Schopenhauer si laureò a Jena con una dissertazione su "Sulla quadruplice radice del principio di ragion sufficiente"
Tra le opere più significative di Schopenhauer si trovano "Il mondo come volontà e rappresentazione", "Sulla volontà nella natura" e "I due problemi fondamentali dell'etica"
Nonostante il limitato successo iniziale, la filosofia di Schopenhauer guadagnò ampio riconoscimento dopo il 1848, diventando una delle correnti filosofiche più influenti del tardo XIX secolo
La filosofia di Schopenhauer riflette l'influenza di Platone, Kant e dell'Illuminismo
A differenza dell'ottimismo romantico, Schopenhauer adotta una visione pessimistica della realtà e critica le credenze irrazionali
Schopenhauer fu influenzato dall'induismo e dal buddismo, che contribuirono alla sua filosofia della volontà e della rappresentazione
Schopenhauer adotta il concetto indiano di "Maya" per descrivere il fenomeno illusorio che nasconde la vera natura della realtà
Schopenhauer modifica la distinzione kantiana tra fenomeno e noumeno, sostenendo che il mondo è una rappresentazione soggettiva
Schopenhauer identifica tre forme a priori della conoscenza: spazio, tempo e causalità, che determinano la nostra percezione della realtà