La poesia di guerra britannica del primo Novecento rivela le visioni opposte di Rupert Brooke e Wilfred Owen. Mentre Brooke idealizza il conflitto, Owen ne descrive crudamente le atrocità, influenzando la percezione della guerra e il ricordo dei caduti.
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Rupert Brooke, proveniente da una famiglia benestante, ha celebrato il sacrificio del soldato nella sua poesia "The Soldier", presentando la guerra come un'occasione di nobiltà e di fedeltà alla patria
Wilfred Owen, che ha servito come ufficiale nell'esercito britannico durante la Prima Guerra Mondiale, ha offerto una rappresentazione cruda e realistica del conflitto nelle sue opere, in particolare nella poesia "Dulce et Decorum Est"
I soldati affrontavano quotidianamente il fango, i parassiti come topi e pidocchi, la mancanza di igiene, la scarsità di cibo e acqua, nonché il costante pericolo di attacchi nemici
Le testimonianze raccolte da istituzioni come l'Imperial War Museums mostrano come i soldati cercassero di adattarsi e personalizzare le trincee per sopravvivere
"Dulce et Decorum Est" descrive con immagini potenti e disturbanti le sofferenze dei soldati durante un attacco con gas, contestando la retorica che esalta il morire per la patria come un onore
La struttura irregolare e le immagini sensoriali e fonetiche utilizzate da Owen trasmettono il terrore e la disumanizzazione dei soldati durante la guerra
Prima dello scoppio della guerra, la società britannica era permeata da un forte sentimento patriottico alimentato da campagne di reclutamento che utilizzavano slogan e immagini propagandistiche
Documenti storici, come i poster di reclutamento e le lettere personali dei soldati, riflettono l'entusiasmo e il senso di dovere che molti giovani sentivano nei confronti del servizio militare