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Il Patto di Londra e la Conferenza di Pace di Parigi

Il Patto di Londra del 1915 fu cruciale per l'entrata dell'Italia nella Grande Guerra. Le promesse di espansione territoriale, infrante dalla Conferenza di Pace di Parigi, generarono il concetto di 'vittoria mutilata', alimentando il nazionalismo e la frustrazione italiana. La città di Fiume divenne simbolo di tale sentimento, mentre le trasformazioni geopolitiche europee post-belliche e le contraddizioni del principio di autodeterminazione dei popoli ebbero ampie ripercussioni globali.

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1

Data e natura del Patto di Londra

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26 aprile 1915, accordo segreto per l'entrata dell'Italia in guerra a fianco dell'Intesa.

2

Cambiamento alleanze Italia Prima Guerra Mondiale

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Italia passa da Triplice Alleanza con Imperi Centrali a Triplice Intesa.

3

Territori promessi all'Italia nel Patto di Londra

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Trento, Trieste, Istria, parti del Sud Tirolo.

4

Risultato Conferenza di Pace di Parigi per l'Italia

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Promesse limitate, Dalmazia e colonie africane negate, solo protettorato sull'Albania riconosciuto.

5

La città di ______ divenne l'emblema del malcontento italiano quando la sua maggioranza etnica italiana si oppose all'annessione alla ______ ______, come suggerito da ______.

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Fiume nascente Iugoslavia Wilson

6

Trasformazione Impero russo

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Dopo la Rivoluzione del 1917, l'Impero russo diventa URSS.

7

Dissoluzione Impero austro-ungarico

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L'Impero si frammenta in stati nazionali, alcuni cedono terre all'Italia.

8

Nascita nuove nazioni post-1GM

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Polonia, Cecoslovacchia, Finlandia, Iugoslavia emergono come stati indipendenti.

9

Il principio di ______ dei popoli, sostenuto da ______, ebbe una realizzazione parziale nei ______ di pace.

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autodeterminazione Wilson trattati

10

Nonostante il principio di autodeterminazione, le ______ non raggiunsero l'______ ma furono sottoposte al dominio di altre ______ europee.

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colonie indipendenza potenze

11

Genocidio Armeni - Contesto storico

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Avvenuto durante crollo Impero ottomano, inizio XX secolo, sotto governo Giovani Turchi.

12

Accuse ai minoranza armena

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Giovani Turchi accusarono Armeni di collusione con nemico russo, giustificando persecuzioni.

13

Conseguenze campagna anti-armena

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Arresti, deportazioni, massacri; morte di circa 1,5 milioni di Armeni.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Il Patto di Londra e le conseguenze per l'Italia

Il Patto di Londra, stipulato segretamente il 26 aprile 1915, fu determinante per l'entrata dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale a fianco dell'Intesa, rompendo così l'alleanza con gli Imperi Centrali. L'accordo prevedeva che, in caso di vittoria, l'Italia avrebbe ottenuto territori precedentemente sotto il controllo austro-ungarico, tra cui Trento, Trieste, l'Istria e parti del Sud Tirolo. Al termine del conflitto, però, la Conferenza di Pace di Parigi del 1919 mise in discussione le promesse fatte all'Italia. Il Presidente degli Stati Uniti, Woodrow Wilson, opponendosi ai patti segreti e sostenendo il principio di autodeterminazione dei popoli, negò all'Italia la Dalmazia e le colonie tedesche in Africa, limitando le concessioni territoriali all'Italia e riconoscendole solo un protettorato sull'Albania. La delegazione italiana, guidata da Vittorio Emanuele Orlando, lasciò temporaneamente la conferenza in segno di protesta, ma questo gesto non fece altro che indebolire la posizione italiana nelle trattative.
Sala storica neoclassica con tavolo ovale in legno, sedie in velluto rosso, documenti sparsi, statue e dipinti, senza testi visibili.

La "vittoria mutilata" e la reazione italiana

Il sentimento prevalente in Italia dopo la guerra fu quello di una "vittoria mutilata", termine coniato dai nazionalisti per esprimere il disappunto verso gli esiti della Conferenza di Pace. La delegazione italiana, rientrata a Parigi, dovette accettare decisioni prese in sua assenza, che non rispecchiavano le aspettative create dal Patto di Londra. In Italia, l'opinione pubblica e i nazionalisti, tra cui spiccava la figura di Gabriele D'Annunzio, reagirono con indignazione. La città di Fiume divenne simbolo di questa frustrazione: la sua popolazione, prevalentemente italiana, si oppose all'assegnazione alla nascente Iugoslavia, come proposto da Wilson, e rivendicò l'appartenenza all'Italia.

La trasformazione geopolitica dell'Europa post-bellica

I trattati di pace che seguirono la Prima Guerra Mondiale modificarono radicalmente la geografia politica europea. L'Impero russo, dopo la Rivoluzione del 1917, si trasformò nella Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). L'Impero austro-ungarico si disgregò in nuovi stati nazionali, alcuni dei quali cedettero territori all'Italia. L'Impero ottomano fu ridimensionato alla moderna Turchia, mentre emersero nuove nazioni come Polonia, Cecoslovacchia, Finlandia e Iugoslavia. Quest'ultima, in particolare, fu una creazione che univa diversi gruppi etnici sotto un'unica entità statale, spesso in contrasto con il principio di autodeterminazione dei popoli.

Il principio di autodeterminazione e le sue contraddizioni

Il principio di autodeterminazione dei popoli, promosso da Wilson, trovò applicazione limitata nei trattati di pace. In Irlanda, per esempio, la regione dell'Ulster rimase parte del Regno Unito, mentre la Iugoslavia fu costituita unendo diverse etnie sotto il predominio serbo. Le colonie, invece, non ottennero l'indipendenza ma passarono sotto il controllo di altre potenze europee. Queste contraddizioni e il mancato rispetto del principio di autodeterminazione alimentarono movimenti indipendentisti in varie parti del mondo, come in India e Indocina, che iniziarono a lottare contro il dominio coloniale britannico e francese.

Lo sterminio degli Armeni e le sue conseguenze

Il genocidio degli Armeni fu una delle più gravi atrocità del XX secolo e avvenne nel contesto del crollo dell'Impero ottomano. Il partito dei Giovani Turchi, al potere durante la guerra, accusò la minoranza armena di collusione con il nemico russo, scatenando una campagna di arresti, deportazioni e massacri che causò la morte di circa 1,5 milioni di Armeni. Questo genocidio è riconosciuto da numerosi storici e nazioni, ma continua a essere un argomento di tensione nelle relazioni internazionali, specialmente tra Turchia e Armenia.