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Evoluzione della programmazione educativa in Italia

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L'evoluzione della programmazione educativa in Italia ha seguito un percorso da rigidi programmi ministeriali a un approccio più flessibile e personalizzato. La Legge n. 517 del 1977 e l'adozione del curricolo di scuola hanno marcato tappe fondamentali, promuovendo l'autonomia delle istituzioni scolastiche e l'importanza di traguardi di apprendimento e metodologie didattiche mirate. Modelli teorici come quelli di Dewey, Bobbitt, Tyler e la tassonomia di Bloom hanno influenzato la progettazione per obiettivi, orientata al successo degli studenti.

Evoluzione della programmazione educativa in Italia

In Italia, fino agli anni Settanta, l'approccio alla programmazione educativa era caratterizzato da una rigida aderenza ai programmi ministeriali. Questi ultimi, elaborati da commissioni ministeriali, erano concepiti per trasmettere un insieme di conoscenze considerate fondamentali, seguendo una logica disciplinare e trascurando le esigenze individuali degli studenti. La struttura scolastica era fortemente gerarchica, con il Ministero dell'Istruzione che imponeva sia i contenuti sia le modalità organizzative. Tuttavia, le proteste studentesche del 1968 e le critiche verso una scuola percepita come elitaria e classista, come quelle emerse dalla scuola di Barbiana, guidarono a un ripensamento dell'approccio educativo, evidenziando la necessità di un'istruzione più equa e inclusiva, che garantisse pari opportunità di apprendimento a tutti gli studenti.
Aula scolastica moderna e luminosa con studenti assorti in lavoro di gruppo attorno a un tavolo ovale, materiali didattici vari e piante verdi.

Dalla contestazione alla programmazione flessibile

La contestazione giovanile degli anni Sessanta e Settanta sollevò dubbi sull'efficacia dei programmi ministeriali, ritenuti troppo statici e incapaci di rispondere alle esigenze di una società in rapida evoluzione. Si avvertì l'urgenza di una scuola capace di adattarsi alle diverse realtà socio-culturali e di promuovere l'inclusione. In risposta a queste esigenze, si sviluppò il concetto di programmazione educativa flessibile, che favoriva percorsi didattici personalizzati, ponendo maggiore enfasi sui metodi di insegnamento e sui valori trasversali. La Legge n. 517 del 1977 rappresentò un momento chiave in questo processo, introducendo la programmazione educativa come principio guida e estendendo l'orario scolastico per meglio adattarsi ai ritmi di apprendimento di ciascun alunno.

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00

In ______, fino agli anni ______, l'educazione era dominata da un'adesione stretta ai programmi dettati dal ______.

Italia

Settanta

Ministero dell'Istruzione

01

I programmi scolastici, creati da ______, miravano a trasmettere conoscenze ritenute essenziali, ignorando le ______ individuali degli alunni.

commissioni ministeriali

esigenze

02

Contestazione giovanile anni '60-'70

Dubbi sull'efficacia dei programmi scolastici, ritenuti statici e non adatti a una società che cambia.

Q&A

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