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La Guerra Austro-Prussiana del 1866, o Guerra delle Sette Settimane, fu un momento decisivo nella storia tedesca, segnando la fine della Confederazione Germanica e l'ascesa della Prussia. La rivalità tra l'Impero Austriaco e il Regno di Prussia, radicata nel XVIII secolo, esplose in un conflitto che ridefinì l'equilibrio di potere in Europa. La diplomazia di Otto von Bismarck e l'alleanza prusso-italiana furono cruciali per la vittoria prussiana e il cammino verso l'unificazione della Germania.
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La rivalità tra Austria e Prussia ebbe origine nel XVIII secolo e si intensificò durante il regno di Federico il Grande di Prussia
Dopo il Congresso di Vienna, la Confederazione Germanica divenne il campo di battaglia per l'influenza tra Austria e Prussia
La Prussia voleva una Germania unificata sotto la sua guida, mentre l'Austria preferiva un modello federale che mantenesse la sua influenza su una Germania più estesa
I moti rivoluzionari del 1848 acuirono il conflitto tra Austria e Prussia
La Convenzione di Olmütz del 1850 portò a una temporanea sconfitta per la Prussia e costrinse a rinunciare ai suoi piani di leadership tedesca
Dopo la Convenzione di Olmütz, la Prussia rafforzò il suo esercito e la sua posizione politica, desiderando riscattarsi
Bismarck siglò un'alleanza con l'Italia per obbligare l'Austria a combattere su due fronti e garantire la neutralità della Francia
L'Austria rifiutò la proposta di un Congresso internazionale per risolvere le dispute territoriali, rendendo inevitabile la guerra
La guerra iniziò con l'azione dell'Austria di portare la questione dei ducati di Schleswig e Holstein davanti alla Dieta di Francoforte e la risposta della Prussia con un'invasione del Holstein