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La politica di Giacomo I d'Inghilterra e i suoi conflitti con il Parlamento segnano l'inizio delle tensioni che porteranno alla Rivoluzione Inglese. Il suo enfasi sull'autorità divina dei re e le tensioni religiose, insieme alla politica estera pacifista, alimentano il malcontento. Carlo I eredita queste sfide, affrontando resistenze e riforme che limitano il potere regale, culminando nella guerra civile e nell'affermazione del potere parlamentare.
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Giacomo I mantenne una certa continuità politica con la regina Elisabetta I nominando Robert Cecil come suo consigliere principale
L'enfasi di Giacomo I sull'autorità divina dei re e la sua origine scozzese causarono attriti con il Parlamento inglese, che era geloso delle proprie prerogative parlamentari
La situazione finanziaria critica dello stato e le spese sostenute durante il conflitto con la Spagna portarono a tensioni tra il re e il Parlamento
Carlo I ereditò dal padre una situazione difficile, caratterizzata da tensioni con il Parlamento e problemi finanziari
Nonostante i tentativi di Carlo I di placare i sospetti di cattolicesimo, il suo governo incontrò resistenze e iniziò un periodo di undici anni di governo personale noto come "Tirannia"
Le politiche di Carlo I, come l'introduzione della ship money e la promozione dell'anglicanesimo in Scozia, portarono a tensioni con il Parlamento e alla rivolta scozzese del 1637
La Long Parliament intraprese una serie di riforme che limitarono il potere regale, dimostrando la volontà di agire contro i consiglieri del re
Grazie al sostegno finanziario della City di Londra e degli scozzesi, il Parlamento ottenne la vittoria nella battaglia di Naseby nel 1645, segnando la fine della prima fase della guerra civile
Dopo la resa di Carlo I agli scozzesi nel 1646, iniziarono negoziati complessi che portarono alla Rivoluzione Inglese e alla riduzione del potere della monarchia