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La fame globale è un problema che affligge milioni di persone, soprattutto in Africa subsahariana e Asia meridionale. Scarsità di cibo, malnutrizione e povertà sono interconnessi in un circolo vizioso, aggravati da pratiche come il land grabbing e l'uso di cereali per biocarburanti. Strategie efficaci includono riforme agrarie, supporto internazionale e politiche commerciali equo-solidali.
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La produzione alimentare mondiale è teoricamente sufficiente a nutrire l'intera popolazione del pianeta
La distribuzione diseguale delle risorse alimentari è una delle principali cause di fame e malnutrizione
Le regioni più colpite sono l'Africa subsahariana e l'Asia meridionale
La fame è il risultato di una complessa interazione di fattori economici, politici e ambientali
La distribuzione ineguale del cibo è accentuata dalle esportazioni di prodotti agricoli dai Paesi in via di sviluppo verso i mercati più ricchi
Il fenomeno del land grabbing esacerba ulteriormente la situazione della fame nel mondo
L'eliminazione della fame è possibile attraverso l'implementazione di politiche mirate e la cooperazione internazionale
Le riforme agrarie possono assicurare ai piccoli contadini l'accesso a terreni coltivabili
Gli orti familiari possono contribuire alla sicurezza alimentare e generare reddito nelle aree urbane
La fame cronica, la cattiva salute e la povertà si rinforzano a vicenda, creando un circolo vizioso difficile da interrompere
Una nutrizione inadeguata indebolisce la salute e riduce la capacità lavorativa, influenzando negativamente il reddito delle persone
Il ciclo di fame, salute e povertà può essere interrotto solo attraverso interventi mirati che affrontino le cause alla radice della povertà e della malnutrizione
Il divario economico e sociale tra i Paesi del Nord e del Sud del mondo ha radici storiche, in particolare nel periodo coloniale
Il dominio coloniale ha instaurato strutture di potere e dipendenza economica che hanno lasciato un'eredità di disuguaglianze
La lotta per ridurre il divario Nord-Sud richiede un impegno continuo e la collaborazione tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo per promuovere lo sviluppo equo e sostenibile