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Il principio gerarchico delle fonti del diritto stabilisce una scala di preminenza tra le norme, con la Costituzione al vertice. Esso è essenziale per risolvere le antinomie e garantire la coerenza del sistema giuridico. Le fonti di pari grado si risolvono tramite il criterio cronologico o il principio di specialità, assicurando la tutela dei diritti dei cittadini e l'adeguamento alle esigenze sociali.
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Il Principio Gerarchico delle Fonti del Diritto stabilisce una scala di preminenza tra le diverse norme all'interno di un sistema giuridico
Forza attiva delle fonti superiori
Le fonti superiori hanno la capacità di emanare norme che prevalgono su quelle di grado inferiore
Forza passiva delle fonti inferiori
Le fonti inferiori non possono modificare o contraddire le norme di grado superiore
Nell'ordinamento giuridico italiano, la Costituzione occupa il vertice della gerarchia e condiziona la validità e l'efficacia delle fonti sottostanti
In caso di antinomie tra fonti dello stesso livello gerarchico, si applica il criterio cronologico che favorisce la fonte più recente
L'abrogazione di una norma antecedente può essere dichiarata esplicitamente o desumersi implicitamente dal contesto della nuova normativa
Il principio di irretroattività delle leggi impedisce che una norma possa essere applicata a fatti avvenuti prima della sua entrata in vigore
La deroga si verifica quando due fonti regolano la stessa materia in modo differente, mentre l'abrogazione risolve i conflitti tra norme di pari grado emanate in momenti diversi
Il Principio di Specialità afferma che, in presenza di una norma speciale e una generale che disciplinano lo stesso ambito, la norma speciale ha la precedenza
Nel caso della deroga speciale, una norma generale non prevale su una precedente norma speciale, che continua ad applicarsi ai casi particolari per cui è stata concepita
Il principio di specialità è essenziale per garantire che le norme create per situazioni particolari non vengano indebitamente soppiantate da quelle di carattere più generale