Feedback
What do you think about us?
Your name
Your email
Message
La poetica del 'Fanciullino' di Giovanni Pascoli esplora il dinamismo creativo e il simbolismo nella letteratura italiana. Attraverso le sue opere, come 'Myricae', Pascoli rivela una visione del mondo in cui la natura riflette l'anima e i dettagli minuti diventano simboli carichi di significati personali e universali. La sua poesia, segnata da traumi e un desiderio di regressione, anticipa le correnti del Novecento con innovazioni formali e lessicali.
Show More
La raccolta "Myricae" rappresenta il periodo più prolifico e significativo della produzione poetica di Pascoli, caratterizzato da un processo di distacco e rinnovamento dall'originale
La raccolta "Poemetti" mostra un'evoluzione notevole rispetto a "Myricae", passando da 22 a 156 componimenti e riflettendo l'esplorazione di diversi ambiti e generi letterari da parte del poeta
"Canti di Castelvecchio" segna un'epoca di fervida attività creativa di Pascoli tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, rappresentando un'ulteriore evoluzione delle sue opere
Nel saggio teorico "Il fanciullino", Pascoli delinea una poetica influenzata dal simbolismo e dal decadentismo, in cui il poeta è visto come un eterno fanciullo capace di percepire le connessioni misteriose tra gli elementi della natura
La poetica pascoliana si contrappone alla razionalità, favorendo la sensibilità, lo stupore e l'immaginazione come strumenti per esprimere un'ansia interiore e una comprensione più intima del mistero dell'esistenza
Pascoli si focalizza sulle "piccole cose" del mondo naturale, che, nonostante la loro semplicità apparente, acquisiscono un significato simbolico e diventano mezzi per esprimere un'ansia interiore e una comprensione più intima del mistero dell'esistenza