La commedia dell'arte

Origini e natura della commedia dell'arte

La commedia dell'arte è una forma di teatro popolare nata in Italia nel XVI secolo, caratterizzata dalla recitazione improvvisata e dall'uso di maschere fisse. Il termine "arte" nel contesto della commedia dell'arte si riferisce all'abilità e alla professionalità degli attori, che erano organizzati in compagnie stabili. Queste compagnie, vere e proprie imprese teatrali, si esibivano per un pubblico pagante, contribuendo allo sviluppo di un sistema economico-organizzativo dello spettacolo. La prima documentazione ufficiale di una compagnia di commedia dell'arte risale al 1545 a Padova, e già in questo contratto si evidenziano gli aspetti commerciali dell'impresa teatrale.

L'anno comico e il nomadismo delle compagnie

Le compagnie di commedia dell'arte seguivano l'anno comico, che si estendeva da un Carnevale all'altro, escludendo il periodo della Quaresima, quando le rappresentazioni teatrali erano proibite. Durante la pausa, i comici si riunivano a Bologna per discutere, formare nuove compagnie o rinnovare i contratti. Il nomadismo era una caratteristica fondamentale di queste compagnie, che viaggiavano attraverso l'Italia e talvolta all'estero, adattando il loro repertorio ai diversi pubblici e contesti culturali. Questo movimento continuo contribuiva alla diffusione della commedia dell'arte e alla sua evoluzione.

Struttura e organizzazione delle compagnie

Le compagnie di commedia dell'arte erano solitamente composte da 10-14 membri, con una struttura gerarchica che vedeva al vertice il capocomico. Gli attori si specializzavano in ruoli fissi, o maschere, come gli Innamorati, i Vecchi, i Servi, e altri personaggi tipici come la Servetta e il Capitano. Questi ruoli erano definiti da tratti caratteristici e stereotipati, ma lasciavano ampio spazio all'improvvisazione e all'interpretazione personale, permettendo agli attori di esprimere la propria creatività.

L'improvvisazione e gli scenari

L'improvvisazione nella commedia dell'arte era basata su una profonda conoscenza del mestiere teatrale e su una preparazione accurata. Gli attori utilizzavano scenari, ovvero trame di base con indicazioni sommarie sulle scene, e zibaldoni, collezioni di battute, lazzi (scherzi scenici) e monologhi, che potevano essere inseriti nelle rappresentazioni. Questo approccio permetteva di mantenere le performance fresche e dinamiche, pur all'interno di una struttura familiare.

Il rapporto con l'aristocrazia e la prima generazione dei comici

Nel corso del XVII secolo, la commedia dell'arte guadagnò il favore dell'aristocrazia europea, con alcune compagnie che ottennero il patrocinio di principi e nobili. Questo sostegno garantiva protezione e facilitava l'acquisizione di licenze per le rappresentazioni, ma poteva anche limitare la libertà espressiva degli artisti. La prima generazione di comici, tra cui spiccano la famiglia Andreini e la compagnia dei Gelosi, contribuì a elevare il prestigio del teatro professionistico, diffondendo la commedia dell'arte anche presso le corti europee e dimostrando notevole erudizione e maestria artistica.