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La guerra in Vietnam si concluse con la vietnamizzazione e gli Accordi di Parigi del 1973. In Laos, il Pathet Lao instaurò la Repubblica Popolare nel 1975, mentre in Cambogia i Khmer Rossi presero il potere nello stesso anno, dando inizio a un regime totalitario. Il conflitto israelo-palestinese vide la guerra dei Sei Giorni e quella dello Yom Kippur, con cambiamenti territoriali e politici significativi.
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Il presidente Nixon introdusse la politica di "vietnamizzazione" con l'obiettivo di ridurre il coinvolgimento militare degli Stati Uniti nel conflitto vietnamita
La politica di "vietnamizzazione" comportò una graduale diminuzione delle truppe americane, che scesero a 140.000 unità entro la fine del 1971
Nonostante la vietnamizzazione, l'amministrazione Nixon intensificò i bombardamenti aerei nel 1970-1972, estendendoli anche al Laos e alla Cambogia per colpire le basi dei Viet Cong e del Nord Vietnam
I negoziati di pace, avviati nel 1968, si conclusero con la firma degli Accordi di Parigi nel gennaio 1973, che stabilirono un cessate il fuoco e il ritiro completo delle forze americane entro sessanta giorni
Nonostante gli Accordi di Parigi, la guerra continuò fino al 1975, quando le forze del Nord Vietnam e dei Viet Cong lanciarono un'offensiva finale che portò alla caduta di Saigon e alla riunificazione del Vietnam sotto il governo comunista di Hanoi nel 1976
Il Laos, divenuto indipendente dalla Francia nel 1953, fu teatro di una guerra civile tra il governo sostenuto dall'Occidente e il movimento comunista Pathet Lao, che prese il controllo del paese nel 1975
In Cambogia, l'instabilità politica e l'influenza del conflitto vietnamita portarono al potere i Khmer Rossi nel 1975, che instaurarono un regime totalitario e provocarono un genocidio che causò la morte di circa due milioni di persone
La Cambogia fu rinominata Kampuchea Democratica e adottò una nuova Costituzione nel 1976, ispirandosi al modello maoista di socialismo agrario
La fondazione dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) nel 1964 e le azioni di al-Fatah aumentarono le tensioni e gli scontri armati tra Israele e i suoi vicini arabi
La guerra dei Sei Giorni, scoppiata nel giugno 1967, vide Israele lanciare un attacco preventivo contro Egitto, Giordania e Siria, conseguendo una rapida e decisiva vittoria che portò all'occupazione di Gaza, Cisgiordania, penisola del Sinai e alture del Golan
La guerra dei Sei Giorni alterò gli equilibri territoriali e politici del Medio Oriente e rafforzò l'alleanza tra gli Stati Uniti e Israele
Dopo la guerra dei Sei Giorni, Israele e i Paesi arabi continuarono a confrontarsi in una serie di scontri noti come guerra d'attrito, che portarono a un cessate il fuoco nel 1970
Il desiderio di riconquistare il Sinai e di ripristinare l'onore egiziano dopo la sconfitta del 1967 spinse il nuovo leader egiziano Sadat a coordinare un attacco a sorpresa con la Siria nel 1973, durante il giorno festivo ebraico dello Yom Kippur
Questo conflitto aprì la strada ai successivi negoziati di pace, culminati con gli Accordi di Camp David e il Trattato di pace israelo-egiziano del 1979