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Marie Curie, fisica e chimica di origine polacca naturalizzata francese, ha lasciato un segno indelebile nella scienza con la scoperta della radioattività e degli elementi radio e polonio. La sua vita, segnata da ostacoli e tragedie, è stata un esempio di resilienza e dedizione alla ricerca scientifica. Nonostante gli effetti delle radiazioni sulla sua salute, ha continuato a lavorare fino alla morte, diventando la prima donna professore alla Sorbona e l'unica persona a vincere due Nobel in discipline scientifiche diverse.
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Marie Curie ha mostrato una notevole capacità di lettura a soli quattro anni e ha eccelso negli studi nonostante le restrizioni imposte dall'occupazione russa della Polonia
Positivismo e fervore patriottico
La formazione di Marie Curie è stata influenzata dal positivismo e dal fervore patriottico
Partecipazione all'"Università Volante"
Marie Curie ha partecipato all'"Università Volante", un'istituzione educativa segreta che sfidava le limitazioni imposte dal regime zarista
Marie e la sorella Bronisława hanno stretto un patto di reciproco sostegno, grazie al quale Marie ha potuto finanziare gli studi di medicina di Bronisława a Parigi e successivamente intraprendere la propria formazione superiore
Marie Curie è stata una pioniera nello studio delle radiazioni, campo nel quale ha lavorato assiduamente dopo il suo matrimonio con Pierre Curie
Nel 1903, Marie Curie è stata la prima donna a ricevere il premio Nobel per la fisica, condividendolo con il marito e Antoine Henri Becquerel per i loro studi sulla radioattività
Nel 1911, Marie Curie ha ricevuto il secondo Nobel, questa volta in chimica, per la scoperta degli elementi radio e polonio, quest'ultimo battezzato così in onore della sua patria
Dopo la morte di Pierre Curie nel 1906, Marie gli è succeduta come professore alla Sorbona, diventando la prima donna a ricoprire tale ruolo in questa istituzione
Nonostante i crescenti rischi per la salute, Marie Curie ha continuato le sue ricerche sulle proprietà delle sostanze radioattive
Marie Curie è morta nel 1934 per anemia aplastica, una malattia legata all'esposizione prolungata alle radiazioni, un pericolo che aveva spesso trascurato durante i suoi esperimenti