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Lo scetticismo filosofico e la figura di Pirrone

Lo scetticismo filosofico, con Pirrone di Èlide come fondatore, mette in dubbio la conoscenza sensoriale e propone l'atarassia come felicità. Carneade e Sesto Empirico sviluppano ulteriormente la dottrina, influenzando la cultura romana e la filosofia successiva.

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1

Definizione di scetticismo filosofico

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Corrente di pensiero che evita definizioni assolute per non cadere in contraddizioni, opponendosi ai dogmi.

2

Ruolo di Diogene Laerzio

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Storico che descrive lo scetticismo filosofico e le sue caratteristiche principali.

3

Conoscenza sensoriale secondo Pirrone

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Inaffidabile e non definitiva, non può essere considerata vera né falsa.

4

Influenza della cultura indiana su Pirrone

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Possibile impatto sul suo pensiero durante le campagne di Alessandro Magno.

5

A differenza di ______, che considerava il 'sapere di non sapere' un punto di ______, per ______ tale consapevolezza rappresentava il punto di ______.

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Socrate partenza Pirrone arrivo

6

Carneade di Cirene: periodo di attività

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Attivo circa dal 214 al 129 a.C., filosofo scettico greco.

7

Impatto di Carneade a Roma

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Durante visita a Roma, discorsi su giustizia e saggezza influenzano cultura romana, nonostante polemiche.

8

Rapporto tra scetticismo e stoicismo a Roma

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Scetticismo si radica e si combina con aspetti propositivi dello stoicismo nella cultura romana.

9

Tra il ______ secolo a.C. e il ______ secolo d.C., l'Accademia assiste a un calo dello scetticismo, che però rivive grazie a pensatori come ______, ______ e ______.

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I II Enesidemo Agrippa Sesto Empirico

10

______, medico e filosofo, vede la sua filosofia come un ritorno allo scetticismo di ______, dove la sképsis è vista come una ricerca senza fine che porta a riconoscere l'impossibilità di una conoscenza certa.

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Sesto Empirico Pirrone

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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La nascita dello scetticismo e la figura di Pirrone

Lo scetticismo filosofico, secondo la descrizione di Diogene Laerzio, si afferma come una corrente di pensiero che si oppone ai principi dogmatici delle varie scuole filosofiche, evitando di fornire definizioni assolute per non cadere nella contraddizione di definire ciò che è indefinibile. Pirrone di Èlide, vissuto tra il 360 e il 270 a.C., è riconosciuto come il fondatore dello scetticismo. La sua filosofia pone in dubbio l'affidabilità della conoscenza sensoriale e sostiene che la realtà è in sé inconoscibile, con le sensazioni che non possono essere considerate né vere né false. Pirrone suggerisce di conseguire uno stato di afasia, un rifiuto del linguaggio che esprime giudizi, per giungere a un'atarassia, uno stato di serenità caratterizzato da indifferenza e imperturbabilità, che egli associa alla vera felicità e saggezza. L'incontro con la cultura indiana durante le campagne di Alessandro Magno potrebbe aver influenzato il suo pensiero. Le dottrine di Pirrone sono state trasmesse principalmente attraverso le opere del suo discepolo Timone di Fliunte, di cui però rimangono solo frammenti.
Statua marmorea di filosofo antico in posa pensierosa su piedistallo, con sfondo di rovine greche, ulivi e cielo azzurro.

L'evoluzione dello scetticismo nel pensiero antico

A partire dal I secolo a.C., lo scetticismo pirroniano e timoniano viene definito come "scetticismo radicale", sottolineando l'impossibilità di ottenere una conoscenza certa e oggettiva. Questa corrente filosofica considera l'indagine come un fine in sé, che non porta al sapere ma piuttosto a una saggezza fondata sulla consapevolezza dell'impossibilità di conoscere. Diversamente da Socrate, che vedeva il "sapere di non sapere" come un punto di partenza, per Pirrone questo diventa il punto di arrivo. Lo scetticismo, pur condividendo con l'epicureismo e lo stoicismo la ricerca della felicità come obiettivo, si distingue per la sua conclusione che la conoscenza è inaccessibile, rendendo superflua la teoria della natura e conducendo l'etica verso un atteggiamento di completa indifferenza.

Carneade e lo scetticismo accademico

Carneade di Cirene, attivo intorno al 214-129 a.C., porta avanti lo scetticismo di Arcesilao e lo difende dalle critiche stoiche, proponendo di sostituire il criterio di verità con quello di plausibilità. Egli identifica tre criteri per le rappresentazioni plausibili: evidenza, coerenza e verificabilità. Durante la sua visita a Roma, Carneade lascia un'impressione duratura, tenendo discorsi che mostrano sia la compatibilità sia l'incompatibilità tra giustizia e saggezza, suscitando ammirazione ma anche polemiche. Nonostante un incidente diplomatico con Catone il Censore, lo scetticismo si radica nella cultura romana, influenzando e combinandosi con aspetti propositivi di altre dottrine, come lo stoicismo.

Il neopirronismo e Sesto Empirico

Tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., lo scetticismo subisce un declino all'interno dell'Accademia ma trova nuova vitalità con filosofi come Enesidemo, Agrippa e Sesto Empirico. Quest'ultimo, medico e filosofo, considera la sua filosofia un ritorno allo scetticismo originale di Pirrone, interpretando la sképsis come un'incessante ricerca che evidenzia l'impossibilità di conoscenza certa e la necessità di sospendere il giudizio. Sesto Empirico paragona il filosofo scettico al pittore Apelle, che accidentalmente raggiunge l'effetto desiderato: allo stesso modo, il filosofo, attraverso la sospensione del giudizio, può raggiungere uno stato di atarassia. Sesto critica la nozione di causalità e sostiene che le apparenze non sono ingannevoli finché non si pretende di utilizzarle per dedurre verità assolute.