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L'antisemitismo nell'Italia fascista e le leggi razziali del 1938 segnarono una profonda cesura nella storia italiana, colpendo la comunità ebraica e il settore accademico. Eminentemente matematici e scienziati ebrei, come Guido Castelnuovo e Vito Volterra, furono destituiti, con gravi ripercussioni sulla cultura e sulla scienza nazionale.
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Influenti esponenti del fascismo diffusero propaganda antisemita attraverso la stampa a partire dal 1933
Visita di Hitler e Patto d'Acciaio
La visita di Hitler in Italia nel 1938 e la firma del Patto d'Acciaio influenzarono Mussolini a intensificare la campagna antisemita
Fu istituito un Ufficio Studi sulla razza che elaborò il "decalogo della razza" per formalizzare l'ideologia razziale del regime
Il 14 luglio 1938 fu pubblicato il Manifesto della Razza, che dichiarava l'incompatibilità degli ebrei con il popolo italiano
Divieto di matrimoni misti e iscrizione nelle scuole pubbliche
Le leggi razziali del 1938 vietarono i matrimoni tra ebrei e non ebrei e l'iscrizione di studenti ebrei nelle scuole pubbliche
Esclusione degli ebrei dalla vita pubblica
Gli ebrei furono esclusi da qualsiasi impiego nel settore pubblico e banditi i libri di testo scritti da autori ebrei
Gli ebrei furono espulsi dalle scuole e dalle università, sia come studenti che come insegnanti
Le leggi razziali privarono la comunità ebraica del diritto di partecipare alla vita sociale e culturale italiana
Le leggi razziali portarono all'allontanamento forzato di eminenti matematici e scienziati ebrei dalle università e istituti di ricerca