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Il regime fascista di Mussolini in Italia si caratterizzò per leggi repressive, politiche di autarchia e un forte controllo statale. Con le 'leggi fascistissime', la censura sui media e il riconoscimento dei soli sindacati fascisti, il regime limitò le libertà civili. Le politiche economiche miravano all'autosufficienza, mentre le riforme sociali e la propaganda plasmarono la società secondo l'ideologia fascista.
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Il regime fascista introdusse una serie di leggi repressive, note come "leggi fascistissime", che includevano la censura dei media e il divieto degli scioperi
Le corporazioni, istituite nel 1926, erano enti che gestivano le relazioni industriali ma favorivano gli interessi dei datori di lavoro
Il regime fascista introdusse il confino politico come misura repressiva contro gli oppositori politici
La "Quota 90" aumentò artificialmente il valore della lira, penalizzando le esportazioni ma contenendo l'inflazione
Il regime fascista promosse campagne come la "battaglia del grano" e la "bonifica integrale" per rendere l'Italia economicamente autosufficiente
Furono istituiti l'Istituto Mobiliare Italiano e l'Istituto per la Ricostruzione Industriale per fornire sostegno finanziario alle imprese in difficoltà
L'ONMI assisteva le madri e i bambini, promuovendo il ruolo delle donne come mogli e madri
La Riforma Gentile limitò le opportunità professionali delle donne, escludendole da certe posizioni nell'istruzione pubblica
Il regime fascista premiava le famiglie numerose e promuoveva i matrimoni per aumentare la popolazione
Il regime fascista utilizzava la radio e il cinema per diffondere l'ideologia del fascismo
L'OND organizzava attività culturali e sportive per i lavoratori, mentre la GIL educava i giovani ai principi fascisti
Il regime fascista controllava l'educazione e la cultura, imponendo programmi scolastici e libri di testo che riflettevano l'ideologia del regime