L'inganno a Napoli nel Decameron di Boccaccio

Nel racconto di Giovanni Boccaccio, "Andreuccio da Perugia", incluso nel Decameron, si narra di un giovane mercante che giunge a Napoli con l'intento di acquistare cavalli. La sua avventura inizia quando una donna, fingendosi sua sorella, lo seduce con lusinghe e lo invita a cena. Dopo un pasto abbondante, la donna persuade Andreuccio a pernottare presso la sua abitazione, sottolineando i pericoli che si celano nelle strade napoletane di notte. Ingenuamente fiducioso, Andreuccio accetta, ignaro delle intenzioni fraudolente. La donna, con l'inganno, manda un bambino a condurlo nella sua stanza, dove il caldo estivo lo spinge a spogliarsi fino alla camicia. Sentendo il bisogno di andare al bagno, chiede al bambino dove possa recarsi, e questi gli indica una porta nascosta nell'angolo della stanza.

Una caduta nella sfortuna

Andreuccio, seguendo le indicazioni del bambino, si avvicina alla porta indicata per soddisfare i suoi bisogni. Tuttavia, questa si rivela essere una trappola: aprendo la porta, Andreuccio precipita in una vasca di rifiuti. Questo incidente sfortunato è solo l'inizio di una serie di disavventure che vedranno il protagonista alle prese con situazioni sempre più rocambolesche e pericolose. La caduta nella vasca non solo lo priva dei suoi averi, ma lo introduce anche in un mondo di inganni e pericoli, simbolo della corruzione e della moralità discutibile che Boccaccio spesso attribuisce alla città di Napoli nel suo racconto. Andreuccio si troverà a dover navigare attraverso una serie di eventi inaspettati che metteranno alla prova la sua ingenuità e la sua capacità di adattarsi per sopravvivere in un ambiente ostile e ingannevole.