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La Rivoluzione Industriale in Gran Bretagna

La rivoluzione industriale britannica del XVIII secolo trasformò la produzione tessile e la vita lavorativa, con l'introduzione di macchinari come la Spinning Jenny e la mula di Samuel Crompton. Questi cambiamenti portarono alla nascita delle fabbriche, alla specializzazione del lavoro e a un impatto profondo su società ed ecosistema.

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1

Incremento demografico XVIII secolo

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Crescita popolazione in Gran Bretagna, maggiore richiesta beni, in particolare tessili.

2

Limiti manifatture tradizionali

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Incapacità botteghe artigiane e tessitori domiciliari di soddisfare domanda mercato in espansione.

3

Effetti innovazioni tecnologiche

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Aumento produttività, riduzione costi produzione, diffusione in industrie nascenti.

4

La macchina a ______ perfezionata da James Watt ha reso le fabbriche meno dipendenti dalla posizione vicino ai ______ d'acqua.

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vapore corsi

5

Principio del sistema fabbricante

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Suddivisione del processo produttivo in compiti semplici e ripetitivi per incrementare l'efficienza.

6

Condizioni di lavoro fabbriche

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Ambiente duro, turni prolungati e rigidi, salari bassi, pericolosità e insalubrità.

7

Disparità salariali donne e bambini

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Salari inferiori rispetto agli uomini adulti per gli stessi turni di lavoro.

8

La ______ industriale ha avuto inizio in ______ alla fine del ______ secolo.

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rivoluzione Inghilterra XVIII

9

Fattori come l'aumento della ______, l'accumulo di ______ e l'accesso a risorse come il ______ e il ______ furono cruciali per il cambiamento.

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popolazione capitali carbone ferro

10

Rivoluzione agricola in Inghilterra

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Miglioramento delle tecniche colturali nel XVIII secolo, aumento efficienza produzione agricola.

11

Commercio triangolare e tratta degli schiavi

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Sistema commerciale tra Europa, Africa e Americhe nel XVIII secolo, inclusa la vendita di schiavi, che arricchì l'Inghilterra.

12

Investimenti in infrastrutture pubbliche

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Reinvestimento dei profitti in sviluppo rete stradale e canali, essenziali per trasporto materiali e sviluppo industriale.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Espansione demografica e aumento della domanda di beni nel XVIII secolo

Durante la seconda metà del XVIII secolo, la Gran Bretagna sperimentò un notevole incremento demografico, che si tradusse in una crescente richiesta di beni di consumo, in particolare di prodotti tessili. Le tradizionali manifatture, le botteghe artigiane e i tessitori che lavoravano a domicilio non erano più in grado di tenere il passo con le esigenze di un mercato in rapida espansione. Questa pressione demografica stimolò la ricerca di metodi produttivi più efficienti, che portarono all'introduzione di innovazioni tecnologiche, spesso originate dall'ingegnosità degli stessi artigiani. Queste innovazioni trovarono rapida diffusione nelle nascenti industrie, ponendo le basi per un aumento della produttività e una riduzione dei costi di produzione.
Interno di una fabbrica tessile dell'epoca industriale con operai tra telai meccanici, filati di cotone e luce naturale da finestre ad arco.

Rivoluzione nel settore tessile e l'ascesa delle fabbriche

Il settore tessile fu tra i primi a essere radicalmente trasformato dall'avvento della rivoluzione industriale. Invenzioni rivoluzionarie come la navetta volante di John Kay, il filatoio Spinning Jenny di James Hargreaves e la mula di Samuel Crompton meccanizzarono e ottimizzarono i processi di filatura e tessitura. Questi cambiamenti portarono alla creazione delle prime fabbriche, imponenti strutture capaci di alloggiare macchinari di grandi dimensioni e un vasto numero di operai. Inizialmente alimentate dall'energia idraulica, le fabbriche divennero presto indipendenti dalla vicinanza ai corsi d'acqua grazie all'introduzione della macchina a vapore migliorata da James Watt, consentendo così una produzione costante durante tutto l'anno e in qualsiasi luogo.

Specializzazione del lavoro e condizioni degli operai

La divisione del lavoro, con la suddivisione del processo produttivo in compiti semplici e ripetitivi assegnati a diversi operai, fu un principio cardine del sistema fabbricante, che contribuì a un significativo incremento dell'efficienza produttiva. Nonostante ciò, le condizioni di lavoro nelle fabbriche erano estremamente dure e gli operai erano spesso sottopagati, con turni prolungati e rigidi, dettati dai ritmi imposti dalle macchine e dall'orologio. Le condizioni erano particolarmente gravose per donne e bambini, che ricevevano salari ancora più bassi pur lavorando gli stessi turni degli uomini adulti, in un ambiente di lavoro che poteva essere pericoloso e insalubre.

Impatto della rivoluzione industriale sulla società e sull'ecosistema

La rivoluzione industriale, iniziata in Inghilterra alla fine del XVIII secolo, trasformò radicalmente il modo di lavorare e la vita quotidiana. Fattori come l'aumento della popolazione, l'accumulo di capitali, la disponibilità di una manodopera numerosa e l'accesso a risorse naturali come il carbone e il ferro furono essenziali per questo cambiamento. Le città industriali, come Manchester, conobbero una rapida crescita demografica. Le fabbriche, alimentate principalmente da carbone, contribuirono a un inquinamento senza precedenti, con l'emissione di fumi nocivi e la deposizione di strati di fuliggine sulle aree urbane.

Le basi della supremazia industriale britannica

Nel XVIII secolo, l'Inghilterra era la nazione più prospera d'Europa, grazie anche alla cosiddetta "rivoluzione agricola" che aveva migliorato l'efficienza delle tecniche colturali e al controllo dei commerci marittimi. La ricchezza nazionale beneficiava inoltre del commercio triangolare, inclusa la tratta degli schiavi, e della vendita di manufatti nei mercati coloniali. Gli imprenditori britannici reinvestivano i profitti in infrastrutture pubbliche e nuove attività produttive, come l'espansione della rete stradale e la costruzione di canali, che si rivelarono fondamentali per il trasporto di materiali pesanti e per l'ulteriore sviluppo industriale del paese.