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L'Italia fascista e la sua politica di espansione in Africa

La campagna d'Etiopia e le ambizioni imperiali del fascismo italiano segnarono un'epoca di espansionismo e repressione. L'aggressione portò a sanzioni internazionali e all'avvicinamento tra Italia e Germania nazista, influenzando la politica di autarchia economica e il consenso popolare. Le leggi razziali del 1938 introdussero l'antisemitismo di stato, con gravi conseguenze per gli ebrei.

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1

Sotto la guida di ______, l'Italia intraprese una politica di espansione in Africa durante il regime fascista.

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Benito Mussolini

2

L'offensiva militare italiana in Etiopia culminò con la presa di ______ nel ______ del 1936.

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Addis Abeba maggio

3

Conseguenze sanzioni Società delle Nazioni

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Sanzioni economiche inefficaci, revocate nel 1936.

4

Formazione Asse Roma-Berlino

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Alleanza Italia-Germania nel 1936, risposta a isolamento dopo sanzioni.

5

Visione comune Italia-Germania

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Totalitarismo e politiche espansionistiche condivise dai due regimi.

6

Durante la ______ d'Etiopia, le sanzioni internazionali hanno spinto l'Italia fascista verso una maggiore ______ economica.

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guerra autarchia

7

La 'battaglia del ______' fu un'iniziativa per diminuire la ______ economica dell'Italia dall'estero.

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grano dipendenza

8

Nonostante l'obiettivo di rafforzare l'economia, la politica di autarchia ha avuto ______ negativi a lungo termine sull'Italia.

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effetti

9

Antecedenti delle leggi razziali

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Campagna mediatica antisemita promossa dal fascismo prima dell'emanazione delle leggi razziali.

10

Obiettivo delle leggi razziali

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Isolamento e induzione all'emigrazione della popolazione ebraica.

11

Estensione discriminazione colonie

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Leggi razziali applicate anche nelle colonie, imponendo segregazione e vietando relazioni interrazziali.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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La Campagna d'Etiopia e le Ambizioni Imperiali del Fascismo Italiano

Durante il regime fascista, l'Italia, sotto la guida di Benito Mussolini, perseguì una politica espansionistica in Africa. Già presente in Libia, Eritrea e Somalia, l'Italia mirava a estendere il proprio impero coloniale. La campagna d'Etiopia, iniziata nell'ottobre del 1935, fu giustificata da Mussolini con l'intento di rafforzare il prestigio nazionale, di sfruttare le risorse economiche e di rafforzare il consenso interno. Nonostante alcune resistenze interne, l'offensiva militare culminò con la conquista di Addis Abeba nel maggio del 1936 e l'instaurazione dell'Impero italiano d'Etiopia. La campagna fu segnata dall'uso di armi chimiche, come il gas mostarda, e da una brutale repressione delle resistenze etiopiche, che continuarono a manifestarsi attraverso una guerriglia persistente.
Soldati italiani in uniforme coloniale degli anni '30 con elmetti rotondi e mitragliatrice su treppiede in un paesaggio arido dell'Africa Orientale.

Le Ripercussioni Internazionali del Conflitto Etiopico

L'invasione dell'Etiopia ebbe significative conseguenze sulla scena internazionale per l'Italia. La Società delle Nazioni condannò l'aggressione e impose sanzioni economiche all'Italia, che tuttavia furono inefficaci e vennero revocate nel 1936. L'episodio segnò un distacco dell'Italia dalle potenze occidentali e un avvicinamento alla Germania nazista, che sfociò nella formazione dell'Asse Roma-Berlino nel 1936. Questo allineamento con la Germania fu in parte una risposta all'isolamento diplomatico subito a seguito delle sanzioni e rifletteva la comune visione totalitaria e espansionistica dei due regimi.

Autarchia Economica e Consenso Popolare nel Periodo Fascista

Le sanzioni internazionali imposte durante la guerra d'Etiopia accelerarono la politica di autarchia economica del regime fascista, che aveva già avviato iniziative come la "battaglia del grano" per ridurre la dipendenza dall'estero. L'autarchia implicò un maggiore controllo sulle importazioni e la promozione di prodotti sostitutivi nazionali. Sebbene questa politica avesse l'obiettivo di rafforzare l'economia interna, ebbe effetti negativi sul lungo termine. La proclamazione dell'Impero nel 1936 fu sfruttata dalla propaganda fascista per rafforzare il consenso popolare, presentando l'Italia come una nazione che sfidava le "democrazie plutocratiche". Tuttavia, verso la fine degli anni '30, il consenso iniziò a vacillare a causa delle crescenti difficoltà economiche e della pressione esercitata dallo stato sulla vita quotidiana dei cittadini.

L'Introduzione delle Leggi Razziali e l'Antisemitismo di Stato

Nel 1938, il regime fascista italiano adottò le leggi razziali, che segnarono l'inizio di una politica di discriminazione ufficiale basata sull'antisemitismo. Una campagna mediatica precedette l'emanazione di queste leggi, che esclusero gli ebrei da numerose sfere della vita pubblica e sociale, con l'intento di isolarli e indurli all'emigrazione. Le leggi vietavano i matrimoni tra ebrei e non ebrei, escludevano gli ebrei dal servizio militare e dall'insegnamento, e limitavano i loro diritti economici e civili. La discriminazione si estese anche alle colonie, con leggi che stabilivano una netta separazione razziale e proibivano relazioni interrazziali, imponendo un regime di segregazione legale.