Le cause della Prima Guerra Mondiale

L'ascesa di Guglielmo II e la divisione dell'Europa in blocchi contrapposti

L'incoronazione di Guglielmo II di Germania nel 1888 rappresentò un punto di svolta nella politica europea. Il nuovo kaiser, con la sua politica estera aggressiva e il desiderio di espandere l'influenza tedesca, si distanziò dalla diplomazia cautelativa del cancelliere Otto von Bismarck, che si dimise nel 1890. La Germania, sotto Guglielmo II, iniziò a competere per il predominio globale, in particolare con la Gran Bretagna in ambito navale. Questa rivalità e la competizione coloniale contribuirono a creare un clima di sfiducia e competizione tra le potenze europee. Di conseguenza, si formarono due blocchi militari: la Triplice Alleanza, composta da Germania, Austria-Ungheria e Italia, e la Triplice Intesa, formata da Gran Bretagna, Francia e Russia. Questi blocchi, con le loro alleanze e intese, prepararono il terreno per la Prima Guerra Mondiale, specialmente a seguito delle crescenti tensioni nei Balcani, una regione etnicamente complessa e politicamente instabile.

L'Impero Ottomano e le guerre balcaniche: il preludio al conflitto

La rivoluzione dei "Giovani Turchi" nel 1908 cercò di riformare l'Impero Ottomano, ma portò anche a una maggiore instabilità. L'annessione della Bosnia-Erzegovina da parte dell'Austria-Ungheria nello stesso anno provocò un aumento delle tensioni con la Serbia, che aspirava a espandere la propria influenza nei Balcani. Queste tensioni sfociarono nelle guerre balcaniche del 1912-1913, in cui la Serbia, insieme a Montenegro, Bulgaria e Grecia, e con il sostegno della Russia, combatté contro l'Impero Ottomano per il controllo dei territori balcanici. La Serbia uscì rafforzata da questi conflitti, ma le rivalità nazionalistiche e territoriali tra i paesi balcanici rimasero irrisolte, contribuendo a un'atmosfera di crescente instabilità nella regione.

L'attentato di Sarajevo e l'inizio della Prima Guerra Mondiale

L'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria e di sua moglie a Sarajevo il 28 giugno 1914 da parte di Gavrilo Princip, un nazionalista serbo, fu il casus belli che scatenò la Prima Guerra Mondiale. L'Austria-Ungheria, con il pieno sostegno della Germania, emise un ultimatum alla Serbia, che venne parzialmente accettato. Tuttavia, l'Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia il 28 luglio 1914. La Russia mobilitò le sue forze in difesa della Serbia, portando la Germania a dichiarare guerra alla Russia e, successivamente, alla Francia. Il sistema di alleanze militari esistente trasformò rapidamente il conflitto in una guerra su vasta scala, coinvolgendo le maggiori potenze mondiali.

Le cause profonde del conflitto: politiche, economiche e culturali

Le radici della Prima Guerra Mondiale affondano in una complessa rete di cause politiche, economiche e culturali. La competizione tra le potenze europee per l'egemonia politica e il controllo delle colonie e delle risorse naturali fu un fattore chiave. Economicamente, la Germania cercava nuovi mercati e risorse per sostenere la sua rapida industrializzazione, entrando in competizione con le potenze stabilite come la Gran Bretagna e la Francia. Culturalmente, un nazionalismo esacerbato e la diffidenza verso il socialismo e il pacifismo contribuirono a creare un clima di tensione e militarismo. La propaganda di guerra svolse un ruolo essenziale nel mobilitare l'opinione pubblica e giustificare il conflitto.

L'escalation del conflitto e l'entrata in guerra delle grandi potenze

L'escalation del conflitto dopo l'attentato di Sarajevo fu rapida. La mobilitazione russa a sostegno della Serbia portò la Germania a dichiarare guerra alla Russia il 1° agosto 1914 e alla Francia il 3 agosto. La violazione della neutralità del Belgio da parte della Germania, come parte del suo piano di attacco alla Francia, indusse la Gran Bretagna a dichiarare guerra alla Germania il 4 agosto. Contrariamente alle aspettative di un conflitto breve, la guerra si trasformò in una sanguinosa guerra di trincea che coinvolse molte altre nazioni, tra cui l'Impero ottomano, la Bulgaria, il Portogallo e la Romania, e si protrasse ben oltre il previsto, con conseguenze devastanti su scala globale.