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La Prima Guerra Mondiale, un evento che ha ridefinito i confini e le politiche globali, fu scatenata da rivalità strategiche, competizioni economiche e alleanze militari. L'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo fu il detonatore di tensioni preesistenti, portando alla formazione di blocchi contrapposti e alla corsa agli armamenti. Questi fattori, insieme all'instabilità balcanica e all'irredentismo italiano, contribuirono all'innesco di un conflitto su scala mondiale.
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Le ambizioni coloniali e regionali della Germania sfidarono l'equilibrio politico europeo, portando a tensioni con altre potenze come la Francia e la Gran Bretagna
La competizione tra le grandi potenze per il predominio militare e industriale portò a una massiccia corsa agli armamenti, riflettendo la crescente importanza della guerra moderna
Nazionalisti e intellettuali promuovevano l'idea di guerra come mezzo per affermare la potenza nazionale e influenzare il clima culturale e ideologico prebellico
L'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria a Sarajevo fu il pretesto che permise lo scoppio di tensioni accumulate per decenni tra le potenze europee
L'ultimatum inaccettabile inviato dall'Austria-Ungheria alla Serbia, in risposta all'attentato di Sarajevo, innescò una reazione a catena delle alleanze che portò alla dichiarazione di guerra e allo scoppio del conflitto
La regione balcanica, teatro di interessi contrapposti tra le potenze europee e di tensioni nazionaliste, era un'area di notevole instabilità, così come l'Italia nord-orientale con il movimento irredentista che rivendicava l'unione di terre sotto l'Austria-Ungheria all'Italia