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L'entrata dell'Italia nella Seconda Guerra Mondiale e le sue ripercussioni: dall'ascesa del fascismo alla crisi economica, dalla Resistenza alla liberazione e alla nascita della Repubblica. Un periodo cruciale che ha segnato il passaggio dall'autoritarismo alla democrazia, influenzando la storia e la politica italiana del dopoguerra.
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Il 10 giugno 1940, l'Italia fascista, guidata da Benito Mussolini, dichiarò guerra a Francia e Regno Unito, entrando così nella Seconda Guerra Mondiale
Mussolini cercò di assicurare per l'Italia un ruolo di primo piano nel nuovo ordine europeo, ma l'Italia non era preparata per un conflitto di tale entità
La decisione di impegnarsi su più fronti, in particolare in Africa Settentrionale e nei Balcani, mirava a espandere l'influenza italiana nel Mediterraneo, ma ciò portò a un crescente bisogno di supporto militare e logistico da parte della Germania nazista
La borghesia italiana, che in precedenza aveva sostenuto il regime fascista come baluardo contro il socialismo, iniziò a esprimere preoccupazione per le conseguenze del conflitto e per l'aumento dell'influenza tedesca in Italia
La partecipazione all'ampio conflitto mondiale aggravò la già precaria situazione economica italiana, causando un incremento del debito pubblico e un'alta inflazione, che portarono all'introduzione del sistema delle tessere annonarie per razionare i beni di prima necessità
Nonostante la politica autarchica del regime, la mancanza di risorse e la scarsità di carburanti ebbero un impatto negativo sull'agricoltura e sull'industria italiana, anche se alcune grandi aziende riuscirono a incrementare il loro fatturato grazie alle commesse militari
Tra il 1942 e il 1943, l'opposizione al regime fascista in Italia si intensificò, con la riorganizzazione di partiti politici come il Partito Socialista Italiano e la Democrazia Cristiana
La crescente pressione interna e le difficoltà militari portarono a un cambio di strategia da parte del Re Vittorio Emanuele III e dell'alta gerarchia fascista, culminato con l'arresto di Mussolini
Dopo la destituzione di Mussolini, il Re e Badoglio accettarono l'idea di un governo di unità nazionale, che includeva rappresentanti del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) e portò alla formazione del governo Bonomi