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L'ascesa di Giulio Cesare e il suo conflitto con il Senato e Pompeo Magno hanno segnato la fine della Repubblica Romana. Dopo aver sconfitto Pompeo e ottenuto il potere, Cesare implementò riforme significative e divenne dittatore a vita, fino al suo assassinio nelle Idi di marzo, evento che accelerò la transizione verso l'Impero Romano.
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Dopo la morte di Crasso e lo scioglimento del primo triumvirato, iniziò una lotta per il potere a Roma tra Giulio Cesare e il Senato
La tensione politica si intensificò a Roma dopo l'omicidio di Publio Clodio Pulcro, un tribuno della plebe e alleato di Cesare
Per contrastare l'ascesa di Cesare, il Senato nominò Pompeo console senza collega, infrangendo la tradizione repubblicana, e Cesare rispose attraversando il fiume Rubicone e dichiarando guerra al Senato
Con abilità strategica e carisma, Cesare riuscì a conquistare l'Italia e a sconfiggere le truppe pompeiane in Spagna
Nel 48 a.C., Cesare sconfisse definitivamente Pompeo nella battaglia di Farsalo, mentre quest'ultimo fu assassinato in fuga verso l'Egitto
Dopo la sconfitta di Pompeo, Cesare si trovò coinvolto nella guerra civile egiziana, che si concluse con la ristabilizione di Cleopatra come regina e il consolidamento dell'influenza romana in Egitto
Dopo aver eliminato gli ultimi nemici, Cesare tornò a Roma e adottò una politica di clemenza che gli valse ampio sostegno popolare
Cesare fu eletto console per quattro volte e nel 44 a.C. ottenne la dittatura a vita, oltre al titolo di pontefice massimo
Cesare implementò riforme volte a migliorare l'amministrazione pubblica, ridurre le tensioni sociali e consolidare il suo potere, segnando il declino delle istituzioni repubblicane