La sordità e la sua percezione nella società

Definizione e terminologia della sordità

La sordità è una condizione caratterizzata da una riduzione significativa o dalla completa perdita della capacità uditiva. Questa può variare da lieve a profonda e può essere causata da fattori genetici, malattie, invecchiamento o esposizione a rumori intensi. La sordità non è solo una disabilità, ma anche un'esperienza sensoriale distinta che può comportare l'uso di modalità comunicative alternative, come la lingua dei segni. Il termine "sordo" è appropriato per descrivere una persona con questa condizione, mentre "sordomuto" è considerato obsoleto e stigmatizzante, poiché suggerisce erroneamente che i sordi non possano parlare. Il termine "non udente" è talvolta utilizzato, ma può essere percepito come enfatizzante la mancanza rispetto alla norma udente. La legge italiana ha riconosciuto l'inadeguatezza del termine "sordomuto", eliminandolo dalla terminologia ufficiale nel 2006.

La Lingua dei Segni e la sua percezione

La Lingua dei Segni Italiana (LIS) è un linguaggio visivo-gestuale con una propria struttura grammaticale e sintattica, riconosciuta come lingua a pieno titolo. Nonostante alcune percezioni errate, la LIS è una lingua naturale e complessa, evolutasi attraverso l'interazione sociale. Le lingue parlate, che esistono da circa 5-6 mila anni, hanno una storia più lunga rispetto alle lingue dei segni. Durante la pandemia di COVID-19, l'accessibilità dei telegiornali per i sordi è stata spesso limitata, evidenziando la necessità di una maggiore inclusione tramite interpreti LIS e l'uso di sottotitoli o schermi dedicati per garantire l'accesso all'informazione.

Tipologie di sordità e loro impatto linguistico

La sordità si distingue in congenita, quando l'individuo nasce sordo o perde l'udito in età precoce, e post-linguistica, che si verifica dopo l'acquisizione del linguaggio parlato. Questa distinzione è fondamentale per comprendere l'impatto sulla comunicazione e sull'apprendimento linguistico. La sordità congenita può richiedere l'uso della lingua dei segni come prima lingua, mentre chi diventa sordo dopo aver appreso una lingua parlata potrebbe utilizzare la lettura labiale o impianti cocleari per comunicare.

Evoluzione storica della percezione della sordità

La percezione sociale della sordità ha subito notevoli cambiamenti nel corso della storia. In epoche passate, i sordi erano spesso marginalizzati e considerati incapaci di apprendimento. L'Illuminismo ha portato a un cambiamento di paradigma con figure come Charles Michel de l'Épée, che ha fondato la prima scuola pubblica per sordi in Francia e ha promosso l'uso della lingua dei segni. Questo ha rappresentato un passo importante verso il riconoscimento dei diritti educativi e comunicativi delle persone sorde.

La sordità nell'ambito filosofico e medico

La sordità è stata oggetto di riflessione filosofica fin dall'antichità, con pensatori come Aristotele e Platone che ne discutevano in termini di differenze biologiche piuttosto che di deficit. In ambito medico, la sordità è stata a lungo vista come una condizione da "curare" per conformarsi alla norma udente. Tuttavia, l'approccio educativo che valorizza la lingua dei segni ha dimostrato che le persone sorde possono sviluppare pienamente il linguaggio e partecipare attivamente alla vita sociale.

L'ENS e la lotta per i diritti dei sordi

L'Ente Nazionale per la protezione e l'assistenza dei Sordi (ENS) svolge un ruolo fondamentale nella difesa dei diritti delle persone sorde in Italia. Con la sua sede centrale a Roma e una rete di sedi locali, l'ENS lavora per combattere la discriminazione e promuovere l'integrazione dei sordi in tutti i settori della società, dalla cultura all'istruzione, dall'occupazione all'accesso ai servizi.