La Risposta Internazionale al Cambiamento Climatico

La Risposta Internazionale al Cambiamento Climatico

Il cambiamento climatico è una delle maggiori sfide del nostro tempo, che richiede una risposta coordinata a livello globale. Il Protocollo di Kyoto, entrato in vigore nel 2005, ha rappresentato un primo passo concreto verso la riduzione delle emissioni di gas serra, proponendo una diminuzione del 5% rispetto ai livelli del 1990 per i paesi industrializzati entro il 2012. L'Accordo di Parigi del 2015, raggiunto durante la COP21, ha segnato un ulteriore avanzamento, stabilendo l'obiettivo di mantenere l'incremento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali. Inoltre, l'accordo prevede un impegno finanziario annuale di 100 miliardi di dollari a partire dal 2020 per supportare l'adattamento al cambiamento climatico e la transizione verso economie a basse emissioni di carbonio, con particolare attenzione ai paesi più vulnerabili.

Progressi e Sfide nelle Conferenze sul Clima

Le conferenze internazionali sul clima, come la COP22 tenutasi a Marrakech nel 2016, hanno continuato a sottolineare l'importanza di attuare gli impegni presi nell'Accordo di Parigi e di riconoscere la lotta al cambiamento climatico come un processo irreversibile. Nonostante le sfide poste da alcune posizioni scettiche, come quelle espresse dall'allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, la comunità internazionale ha ribadito la necessità di agire con ambizione e inclusione. L'Accordo di Parigi è entrato in vigore dopo essere stato ratificato da almeno il 55% dei paesi firmatari, che rappresentano oltre il 55% delle emissioni globali di gas serra, rendendo così vincolanti gli impegni presi.

L'Uomo e l'Ambiente: Dominio o Custodia?

La relazione tra l'uomo e l'ambiente è stata a lungo interpretata in termini di dominio, come suggerito da alcune letture del libro della Genesi. Tuttavia, una crescente consapevolezza ecologica ha portato a rivalutare questo approccio, enfatizzando il ruolo dell'uomo come custode della creazione. Questa prospettiva implica una responsabilità etica nell'uso delle risorse naturali, che devono essere gestite con rispetto e saggezza, seguendo il principio di custodia e non di sfruttamento indiscriminato. La natura, considerata un dono prezioso, richiede un approccio sostenibile che garantisca il benessere delle generazioni future.

Sviluppo Sostenibile: Oltre il Consumismo

La sostenibilità ambientale è strettamente legata al superamento del consumismo. Papa Giovanni Paolo II, nella sua enciclica "Centesimus Annus", ha messo in luce la necessità di un rapporto equilibrato tra l'uomo e la natura, che deve essere caratterizzato da moderazione e collaborazione con il Creatore. L'enciclica invita a un consumo responsabile che rispetti la destinazione originale delle risorse naturali, evitando l'uso eccessivo e disordinato che può portare a gravi squilibri ecologici. È fondamentale riconoscere il diritto di tutti gli esseri umani a un accesso equo alle risorse del pianeta, promuovendo uno sviluppo che non comprometta la capacità della Terra di sostentare la vita.