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L'italiano standard trae origine dalla lingua letteraria fiorentina del Trecento, con Dante, Petrarca e Boccaccio come pilastri. Con l'Unità d'Italia, l'italiano diventa lingua nazionale, sostenuto dall'educazione e dai media, evolvendosi fino all'italiano contemporaneo, ricco di sfumature fonetiche e fonologiche.
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La lingua letteraria fiorentina del Trecento, grazie a autori come Dante, Petrarca e Boccaccio, è alla base dell'italiano standard
Durante il Rinascimento, l'italiano standard iniziò ad essere utilizzato come lingua comune da un'élite colta per la comunicazione scritta
Con l'Unità d'Italia nel 1861, la questione della lingua nazionale divenne centrale e si cercò di creare un'identità linguistica comune in un paese frammentato da molteplici dialetti
Alessandro Manzoni fu uno dei principali sostenitori di un italiano basato sul fiorentino letterario arricchito dagli apporti della lingua parlata
Fondata nel 1583, l'Accademia della Crusca ha contribuito a creare una normativa della lingua italiana, cercando un equilibrio tra tradizione letteraria e uso vivo della lingua
Il linguista e glottologo Graziadio Isaia Ascoli ha sostenuto che la lingua comune si sarebbe sviluppata naturalmente con il progresso sociale, contribuendo significativamente alla linguistica italiana
L'educazione ha avuto un ruolo fondamentale nell'unificazione linguistica dell'Italia, grazie alla legge Casati del 1859 e alla legge Coppino del 1877 che hanno istituito l'obbligo scolastico e diffuso l'italiano come lingua d'insegnamento
La creazione di un apparato amministrativo e burocratico centralizzato ha contribuito all'unificazione linguistica dell'Italia
I media, come la radio, il cinema e la televisione, hanno svolto un ruolo chiave nella diffusione dell'italiano standard, promuovendo un modello di lingua nazionale e diffondendo un italiano più colloquiale e vicino al parlato quotidiano