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L'ascesa del fascismo in Italia e il consolidamento del potere di Mussolini sono segnati da eventi cruciali come il delitto Matteotti e le leggi fascistissime. Gli accordi con la Chiesa, le politiche economiche autarchiche e la fascistizzazione della società e dell'educazione hanno plasmato l'epoca.
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Dopo la Prima Guerra Mondiale, l'Italia si trovò in una grave crisi economica e politica
Il Partito Nazionale Fascista, guidato da Benito Mussolini, guadagnò consensi e potere, culminando con la marcia su Roma del 1922
Le elezioni del 1924 furono segnate da intimidazioni e violenze squadristiche, culminate con l'assassinio di Giacomo Matteotti, esponente del Partito Socialista, che denunciò le irregolarità elettorali e le violenze fasciste
Il regime fascista promulgò leggi repressive e sopprime le libertà civili, come la libertà di stampa e di associazione
Il potere legislativo fu concentrato nelle mani del Duce, che poteva emettere leggi senza il consenso del Parlamento
Il regime fascista raggiunse un accordo con la Chiesa Cattolica, firmando i Patti Lateranensi, che rafforzarono il consenso verso Mussolini tra i cattolici e contribuirono a legittimare ulteriormente il suo regime
Il regime fascista intraprese politiche volte a rendere l'Italia autosufficiente e indipendente dalle importazioni estere
Furono lanciate le "battaglie" economiche, come quella del grano, e fu istituito l'Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI) per intervenire nell'economia
Le politiche economiche del regime fascista non sempre portarono ai risultati sperati e spesso ebbero effetti negativi sull'economia italiana
La propaganda divenne uno strumento fondamentale per promuovere l'immagine del Duce e il regime esercitò un controllo capillare sui media
L'educazione fu riformata per riflettere l'ideologia fascista e furono create organizzazioni giovanili per indottrinare i giovani
Anche le politiche sociali furono orientate a promuovere i valori del regime, come la natalità e la famiglia tradizionale