San Tommaso d'Aquino e la sua filosofia

Il Contesto Storico-Culturale del Medioevo e l'Ascesa di San Tommaso d'Aquino

Durante il Medioevo, la cultura europea era profondamente influenzata dalle scuole monastiche e dalle università, dove la teologia e la filosofia erano strettamente connesse. In questo periodo, caratterizzato da un forte legame tra fede e ragione, emerge la figura di San Tommaso d'Aquino, appartenente all'ordine dei Domenicani. Nato nel 1225 da una famiglia aristocratica, Tommaso si oppose alla volontà dei suoi familiari scegliendo la vita religiosa e l'adesione all'ordine mendicante dei Domenicani. La sua formazione avvenne prima a Napoli e successivamente a Parigi, dove fu allievo di Alberto Magno. Insieme, essi contribuirono a riscoprire e integrare la filosofia di Aristotele nel cristianesimo, nonostante la diffidenza iniziale della Chiesa verso il pensiero aristotelico.

La Sintesi Tomistica: Integrazione di Teologia, Aristotelismo e Diritto

San Tommaso d'Aquino realizzò una sintesi originale tra la tradizione teologica agostiniana, l'aristotelismo e il rinnovato interesse per il diritto romano. La sua opera più significativa, la "Summa Theologiae", è un esempio di tale sintesi, proponendo una visione della realtà come emanazione da Dio (exitus) e come ritorno a Dio (reditus). In questo contesto, la legge assume un ruolo fondamentale, servendo da guida per l'uomo nel suo percorso di ritorno verso la divinità. Tommaso riconobbe in Aristotele un precursore della verità cristiana, interpretando Dio come il "motore immobile" e la creazione come un ordine naturale che, pur essendo autonomo, è finalizzato e sostenuto da Dio.

La Concezione della Legge in San Tommaso: Razionalità e Bene Comune

Secondo San Tommaso, la legge è espressione dell'ordine razionale finalizzato al bene comune, stabilito da chi ha la responsabilità della comunità. Questa visione enfatizza il rapporto tra legge e ragione, con la legge che deve essere razionale e orientata al bene comune, inteso come somma felicità e scopo ultimo dell'essere umano. La legge divina e la grazia sono indispensabili per orientare l'uomo verso la felicità ultima, che non può essere conseguita senza l'intervento divino.

La Gerarchia delle Leggi e l'Approccio Giuridico di Tommaso

San Tommaso articolò una gerarchia di leggi che include la lex aeterna, la lex naturalis, la lex divina e la lex humana. La lex aeterna è il principio divino che governa l'universo, la lex naturalis è la parte della legge eterna accessibile tramite la ragione umana, e la lex divina è quella parte rivelata da Dio. La lex humana, o legge umana, deve essere in armonia con la legge naturale per essere giusta. Tommaso afferma che gli uomini sono tenuti a obbedire alle leggi umane, a meno che non contraddicano in modo evidente la legge divina, per preservare l'ordine sociale.

Ragione Speculativa e Pratica nella Filosofia Morale di Tommaso

Tommaso distingue tra ratio speculativa, che si occupa della conoscenza teoretica, e ratio practica, che si occupa dell'azione e della condotta morale. Entrambe derivano da principi primi, ma la ragione pratica è più influenzata dalle passioni umane, da cui l'importanza della legge divina come guida. Il principio fondamentale della morale e del diritto è che il bene deve essere perseguito e il male evitato. La legge umana si collega alla legge naturale attraverso conclusioni specifiche o determinazioni, e deve essere giusta per essere legittima.

Libertà e Diritto Naturale nel Pensiero di San Tommaso

Tommaso attribuisce grande importanza alla libertà umana, vista come la capacità di scegliere in modo razionale e non come mera sottomissione agli istinti. Questa libertà permette all'individuo di dirigere la propria vita verso il bene comune e la felicità in Dio. La legge naturale, pertanto, non è solo un comando divino ma anche una realtà riconoscibile attraverso la ragione umana, che dirige l'essere umano verso il compimento della propria natura e destino.