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David Hume, filosofo illuminista, esplora lo scetticismo e il naturalismo, mostrando come le credenze umane siano guidate più da abitudini e impulsi che dalla ragione. La sua teoria morale enfatizza il ruolo delle passioni e della simpatia, contrapponendosi al razionalismo etico.
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Le nostre credenze fondamentali sono il risultato di abitudini e meccanismi psicologici, anziché di una giustificazione razionale
Contrastare le superstizioni
La ragione ha il compito di contrastare le superstizioni, ma un eccessivo razionalismo può portare a teorie astratte e distanti dalla realtà quotidiana
Minare le proprie basi
Se operasse in modo isolato, la ragione potrebbe minare le proprie basi, ma la natura umana guida le nostre attività intellettuali e pratiche
Hume distingue tre livelli di cognizione umana: la conoscenza intuitiva o dimostrativa, le inferenze sulla relazione di causa ed effetto e le valutazioni di probabilità
Hume si distanzia dalle teorie morali di Hobbes e Locke, che pongono la ragione al centro della vita morale, e si avvicina a Rousseau nel valorizzare il ruolo delle passioni
Hume distingue tra virtù naturali, che promuovono il bene comune, e virtù artificiali, che derivano da convenzioni sociali
La simpatia è un concetto chiave nella filosofia morale di Hume, intesa come capacità di condividere e comprendere le emozioni altrui
La morale humeana è radicata nell'esperienza quotidiana e si orienta verso il piacere e l'utilità pubblica, piuttosto che verso il senso del dovere