La Guerra del Peloponneso segnò un'epoca nella storia greca, contrapponendo Atene e Sparta in un conflitto che alterò l'equilibrio politico. Le strategie di Pericle, la peste del 430 a.C., la disastrosa spedizione in Sicilia e la restaurazione della democrazia ateniese sono eventi chiave di questo periodo storico.
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Durante la guerra archidamica, Atene adottò una strategia difensiva basata sul controllo del mare e sulla protezione delle Lunghe Mura
La pace di Nicia, firmata nel 421 a.C., si rivelò precaria a causa delle tensioni persistenti e della disastrosa spedizione in Sicilia del 415 a.C
La fase finale del conflitto iniziò con l'occupazione spartana di Decelea nel 413 a.C. e culminò con la sconfitta di Atene nella battaglia di Egospotami nel 405 a.C
Le tensioni tra le città-stato greche furono esacerbate dall'espansionismo ateniese e dalla politica di Pericle di potenziamento navale e commerciale
Corinto, Tebe e Megara sollecitarono l'intervento spartano contro Atene
Le tensioni persistettero a causa delle ambizioni imperialistiche di alcune città e delle fazioni belliciste ateniesi
La sconfitta di Atene nella guerra del Peloponneso portò al declino della sua potenza imperiale e alla distruzione delle Lunghe Mura
La democrazia ateniese fu ristabilita nel 403 a.C. grazie all'azione di Trasibulo e dei democratici esiliati
Nonostante la perdita della sua preminenza politica e militare, Atene continuò ad esercitare un'influenza culturale significativa nel mondo greco, con figure come Platone e Aristofane che continuarono a influenzare la vita pubblica e culturale
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