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La vita e le opere di Giulio Cesare

Gaio Giulio Cesare, figura centrale della storia romana, emerge come leader militare e politico. Le sue campagne in Gallia e la successiva guerra civile hanno definito un'era, culminando nella sua ascesa a dittatore. I suoi

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1

Gaio Giulio Cesare è nato a ______ nel ______ a.C. e apparteneva a una famiglia di rango ______.

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Roma 100 patrizia

2

Nel ______ a.C., Cesare, insieme a ______ e ______, formò un'alleanza nota come il 'primo triumvirato'.

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60 Gneo Pompeo Magno Marco Licinio Crasso

3

Durata campagne gallische di Cesare

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58-50 a.C., Cesare estende l'influenza romana in Gallia e dimostra abilità militari.

4

Attraversamento del Rubicone

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49 a.C., atto di Cesare che inizia la guerra civile contro il Senato e Pompei.

5

Assassinio di Cesare

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44 a.C., Cesare ucciso dopo essere stato nominato dittatore a vita, fine della sua ascesa.

6

Giulio Cesare è noto anche come autore dei ______ e dei ______, che descrivono le sue campagne in Gallia e la guerra civile.

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Commentarii de bello Gallico Commentarii de bello civili

7

Personaggi noti per redigere commentarii

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Silla e Cicerone, esempi di politici/militari che documentavano eventi della carriera.

8

Funzione dei commentarii per i magistrati

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Registrare atti ufficiali e eventi principali del mandato.

9

Evoluzione del genere 'commentarius'

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Da appunti a resoconti dettagliati di campagne militari e azioni politiche.

10

Nel 'De bello civili', ______ si presenta come difensore della ______ repubblicana, contrastando la corruzione dell'______ senatoria.

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Cesare legalità aristocrazia

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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La scalata politica e militare di Giulio Cesare

Gaio Giulio Cesare, nato a Roma nel 100 a.C. in una famiglia patrizia, iniziò la sua carriera come militare in Asia Minore e, al ritorno a Roma, si dedicò alla politica in seguito alla morte del dittatore Lucio Cornelio Silla nel 78 a.C. Seguendo il cursus honorum, Cesare ricoprì vari ruoli pubblici, tra cui questore, edile, pontefice massimo, pretore e propretore in Spagna. Nel 60 a.C., formò il "primo triumvirato" con Gneo Pompeo Magno e Marco Licinio Crasso, un'alleanza non ufficiale che mirava a dominare la scena politica romana. Durante il suo consolato nel 59 a.C., Cesare promosse un vasto programma di riforme, spesso ignorando il suo collega console Marco Calpurnio Bibulo. Successivamente, ottenne il comando proconsolare delle province della Gallia Cisalpina, Gallia Narbonense e Illirico, che fu esteso per altri cinque anni nel 56 a.C. in seguito agli accordi presi durante la conferenza di Lucca.
Statua in marmo bianco di figura romana in toga con spada gladius in bronzo su sfondo di colline galliche.

Le conquiste in Gallia e la guerra civile

Le campagne di Cesare in Gallia, durate dal 58 al 50 a.C., gli permisero di dimostrare le sue eccezionali capacità militari e di accrescere la sua influenza a Roma. Presentate come azioni preventive contro possibili invasioni, queste campagne portarono alla sottomissione delle tribù galliche e all'espansione dei confini romani. Il crescente potere di Cesare preoccupò il Senato, che cercò di limitarlo. Di fronte al rifiuto del Senato di concedergli un secondo consolato e all'ordine di dismettere il suo esercito, Cesare attraversò il fiume Rubicone nel 49 a.C., un atto che segnò l'inizio della guerra civile. Dopo aver sconfitto le forze pompeiane in battaglie decisive come quelle di Farsalo, Tapso e Munda, Cesare consolidò il suo potere a Roma, diventando dittatore e console. La sua ascesa incontrastata si concluse con il suo assassinio nel 44 a.C., poco dopo essere stato nominato dittatore a vita (dictator perpetuus).

L'eredità letteraria di Cesare: i Commentarii

Giulio Cesare lasciò un'impronta duratura anche come scrittore, con i suoi "Commentarii de bello Gallico" e "Commentarii de bello civili", che forniscono un resoconto delle sue campagne militari in Gallia e della guerra civile contro Pompeo. Sebbene altre opere siano andate perdute, queste due ci sono pervenute quasi integralmente. I "Commentarii de bello Gallico" sono divisi in otto libri, con i primi sette scritti da Cesare e l'ottavo, che copre gli eventi dal 51 al 50 a.C., aggiunto da Aulo Irzio. L'opera riflette un'evoluzione stilistica da un resoconto sobrio a una narrazione più elaborata. I "Commentarii de bello civili" coprono i primi anni della guerra civile e presentano Cesare come difensore della legalità repubblicana e promotore della clemenza verso i nemici sconfitti.

Il commentarius nella tradizione romana

Nella Roma repubblicana, il "commentarius" era una forma di scrittura che consisteva in appunti o annotazioni preliminari. Molti uomini politici e militari, come Silla e Cicerone, redigevano commentarii per documentare gli eventi significativi della loro carriera. Questi resoconti, spesso scritti dai magistrati stessi, servivano a registrare gli atti ufficiali e gli eventi principali del loro mandato. Con il tempo, il genere si evolse per includere resoconti dettagliati di campagne militari e azioni politiche, diventando un mezzo per i leader di promuovere la propria immagine e giustificare le proprie azioni.

La rappresentazione della guerra gallica e civile nei Commentarii

Nei "Commentarii de bello Gallico", Cesare giustifica la guerra in Gallia come una misura difensiva, presentando le sue campagne come un bellum iustum per la gloria e la sicurezza di Roma. Scrivendo in terza persona, Cesare adotta un tono apparentemente obiettivo, ma il testo rivela il suo intento di utilizzare la guerra per accrescere il proprio potere e prestigio. Nel "De bello civili", Cesare si ritrae come il salvatore della legalità repubblicana, opponendosi alla corruzione e all'arroganza dell'aristocrazia senatoria. La sua clemenza viene esaltata come una virtù fondamentale, in netto contrasto con la presunta crudeltà dei suoi avversari, e viene utilizzata per difendersi dalle accuse di essere stato l'artefice della guerra civile.