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L'ascesa di Giovanni Giolitti segna un'epoca di riforme e modernizzazione in Italia. Le sue politiche hanno introdotto il suffragio universale maschile, migliorato le condizioni lavorative e promosso l'istruzione, contribuendo alla crescita economica del Nord e affrontando le sfide del Sud.
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Durante il primo Novecento, l'Italia subì importanti cambiamenti politici e sociali
L'omicidio di Re Umberto I e l'ascesa al trono di Vittorio Emanuele III segnarono l'inizio dell'era di Giolitti come primo ministro
Giolitti ricoprì la carica di primo ministro per cinque volte tra il 1892 e il 1921
La politica di Giolitti si basava su un approccio pragmatico e conciliante, mirando a integrare le diverse forze sociali nel sistema politico
Giolitti intraprese una serie di riforme sociali per migliorare le condizioni di vita e di lavoro, tra cui la legge sul lavoro delle donne e dei bambini e la legge sugli infortuni sul lavoro
La riforma elettorale del 1912 ampliò la democrazia in Italia, introducendo il suffragio universale maschile e portando il numero degli aventi diritto al voto da circa 3 milioni a oltre 8 milioni
Giolitti si impegnò anche nell'istruzione e nella modernizzazione delle infrastrutture, con l'obiettivo di ridurre l'analfabetismo e promuovere lo sviluppo culturale
Giolitti cercò di costruire un ampio consenso politico attraverso alleanze con i socialisti moderati e i cattolici
Il "patto Gentiloni" del 1913 fu un accordo elettorale che permise ai cattolici di sostenere i candidati liberali in cambio di politiche conformi ai principi cattolici
Tuttavia, la strategia di compromesso di Giolitti non fu priva di critiche e tensioni, che contribuirono al suo declino e alla sua uscita di scena nel 1914
Durante l'Età giolittiana, il Nord Italia conobbe una notevole crescita economica, con l'espansione delle industrie e la nascita di aziende automobilistiche
Il governo di Giolitti sostenne l'industrializzazione attraverso politiche protezionistiche, incentivi e commesse statali
Nonostante il progresso nel Nord, il Sud Italia rimase caratterizzato da un marcato ritardo industriale e da una prevalenza dell'economia agricola
Le condizioni economiche e sociali del Sud Italia alimentarono un fenomeno di emigrazione di massa, con centinaia di migliaia di italiani che lasciavano il Paese alla ricerca di migliori opportunità all'estero