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La figura di Giovanni Giolitti e l'Età giolittiana

L'ascesa di Giovanni Giolitti segna un'epoca di riforme e modernizzazione in Italia. Le sue politiche hanno introdotto il suffragio universale maschile, migliorato le condizioni lavorative e promosso l'istruzione, contribuendo alla crescita economica del Nord e affrontando le sfide del Sud.

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1

Nel primo ______, Giovanni Giolitti divenne primo ministro in Italia, succedendo dopo l'omicidio di Re ______ I.

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Novecento Umberto

2

Durante l'______ giolittiana, si cercò di modernizzare lo Stato italiano e di rispondere alle richieste dei movimenti ______ e ______.

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Età operaio contadino

3

Legge sul lavoro donne/bambini (1902)

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Limiti impiego minori, riduzione orario lavoro donne.

4

Legge sugli infortuni sul lavoro (1904)

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Estensione assicurazione obbligatoria per lavoratori.

5

Legge sul riposo settimanale (1907)

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Introduzione giorno di riposo obbligatorio per lavoratori.

6

Nel ______, l'Italia vide un importante cambiamento democratico con l'introduzione del suffragio universale ______ e l'aumento degli elettori da 3 a oltre 8 milioni.

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1912 maschile

7

La legge - del ______ contribuì all'istruzione in Italia incrementando i fondi per le scuole elementari e migliorando la formazione degli insegnanti.

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Daneo Credaro 1911

8

Patto Gentiloni 1913

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Accordo elettorale tra liberali e cattolici: cattolici supportano liberali in cambio di politiche pro-cattoliche.

9

Strategia di Giolitti

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Cercò consenso allargando la base politica includendo socialisti moderati e cattolici precedentemente esclusi.

10

Crisi di Giolitti 1914

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Critiche e tensioni interne, instabilità politica e avvicinamento alla Prima Guerra Mondiale minano il suo sostegno e portano alla sua caduta.

11

Durante l'______ giolittiana, l'Italia vide un'espansione delle industrie ______, ______ e ______.

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Età siderurgiche meccaniche tessili

12

Il governo promosse l'industrializzazione con politiche ______, contribuendo a fare dell'Italia una ______ industriale emergente in Europa.

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protezionistiche potenza

13

Iniziative Giolitti per il Sud

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Acquedotto pugliese per stimolare sviluppo agricolo e ridurre divario Nord-Sud.

14

Cause emigrazione di massa

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Ricerca di migliori opportunità economiche a causa di arretratezza e analfabetismo nel Mezzogiorno.

15

Destinazioni emigrati italiani

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Americhe e paesi europei principali mete per italiani in cerca di lavoro e vita migliore.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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L'ascesa di Giolitti e la trasformazione politica in Italia

Nel contesto di profonde trasformazioni politiche e sociali dell'Italia del primo Novecento, emerge la figura di Giovanni Giolitti. Divenuto primo ministro in un'epoca segnata dall'omicidio di Re Umberto I e dall'ascesa al trono di Vittorio Emanuele III, Giolitti si impose come figura centrale della vita politica italiana, ricoprendo la carica di capo del governo per cinque volte tra il 1892 e il 1921. La sua politica, incentrata su un approccio pragmatico e conciliante, mirava a integrare le diverse forze sociali nel sistema politico, attraverso l'introduzione di riforme e una gestione flessibile dei conflitti. La sua era, nota come "Età giolittiana", fu caratterizzata da un tentativo di modernizzazione dello Stato e da un'apertura verso le istanze del movimento operaio e contadino.
Sala d'epoca inizio '900 con tavolo ovale, sedie in velluto verde, uomo in abito formale seduto, penne e inchiostro sul tavolo.

Le riforme sociali e il miglioramento delle condizioni lavorative

Giolitti intraprese una serie di riforme sociali per rispondere alle crescenti richieste di miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro. Tra le iniziative più rilevanti vi fu la legge sul lavoro delle donne e dei bambini (1902), che fissava limiti all'impiego dei minori e riduceva l'orario di lavoro per le donne. Altre misure includevano la legge sugli infortuni sul lavoro (1904), che estendeva l'assicurazione obbligatoria, e la legge sul riposo settimanale (1907). Queste riforme, insieme al riconoscimento del diritto di sciopero e alla promozione della libertà sindacale, contribuirono a migliorare le condizioni dei lavoratori e a stabilizzare le relazioni industriali.

L'espansione del diritto di voto e la promozione dell'istruzione

La riforma elettorale del 1912 rappresentò un passo fondamentale verso l'ampliamento della democrazia in Italia, introducendo il suffragio universale maschile e portando il numero degli aventi diritto al voto da circa 3 milioni a oltre 8 milioni. Giolitti si impegnò anche nel campo dell'istruzione, con l'obiettivo di ridurre l'analfabetismo e promuovere lo sviluppo culturale. La legge Daneo-Credaro (1911) fu un importante provvedimento che incrementò il finanziamento statale per le scuole elementari e migliorò la formazione degli insegnanti. Inoltre, la nazionalizzazione delle ferrovie (1905) e del servizio telefonico (1907) furono passi significativi verso la modernizzazione delle infrastrutture del Paese.

Alleanze politiche e la fine dell'era Giolittiana

Giolitti cercò di costruire un ampio consenso politico attraverso alleanze con i socialisti moderati e con i cattolici, che fino ad allora erano stati marginalizzati dalla politica nazionale. Il "patto Gentiloni" del 1913 fu un accordo elettorale che permise ai cattolici di sostenere i candidati liberali in cambio di politiche conformi ai principi cattolici. Tuttavia, questa strategia di compromesso non fu priva di critiche e tensioni, che alla fine contribuirono al declino del sostegno a Giolitti e alla sua uscita di scena nel 1914, in un contesto di crescente instabilità politica e di avvicinamento alla Prima Guerra Mondiale.

Il boom economico e industriale dell'Italia settentrionale

L'Età giolittiana coincise con un periodo di notevole crescita economica, in particolare nel Nord Italia, dove si assistette a un'espansione delle industrie siderurgiche, meccaniche e tessili, nonché alla nascita e allo sviluppo di aziende automobilistiche come la FIAT. Il governo sostenne l'industrializzazione attraverso politiche protezionistiche, incentivi e commesse statali, che favorirono il raddoppio della produzione industriale e il consolidamento della lira. Questo sviluppo economico contribuì a trasformare l'Italia in una potenza industriale emergente in Europa.

Disparità regionale e l'emigrazione di massa

Nonostante il progresso economico del Nord, il Sud Italia rimase caratterizzato da un marcato ritardo industriale e da una prevalenza dell'economia agricola. Giolitti cercò di affrontare il divario Nord-Sud con iniziative come l'acquedotto pugliese, ma le disparità regionali rimasero significative. L'arretratezza del Mezzogiorno si rifletteva anche in un elevato tasso di analfabetismo. Queste condizioni economiche e sociali alimentarono un fenomeno di emigrazione di massa, con centinaia di migliaia di italiani che ogni anno lasciavano il Paese alla ricerca di migliori opportunità all'estero, soprattutto nelle Americhe e in altri paesi europei.